Parole parole parole: LIBRO
Pasquale Gerardo Santella 24 Settembre 2020Libro deriva dal latino liber, che indica una delle tre parti della corteccia dell’albero, la più interna e morbida (le altre sono scorza e alburno), che, disseccata, veniva utilizzata dagli antichi per scrivere prima della scoperta del papiro. La parola ha avuto fortuna e ha significato sia il contenitore che il contenuto della scrittura.
Non dirò qui dell’importanza della scrittura e della lettura del libro. Voglio solo riportare una curiosità. In latino c’è un’altra parola omofona di liber (cioè ha gli stessi suoni ma significato diverso), che si distingue da liber solo perché non ha la i breve, ma lunga, che si traduce in italiano con l’aggettivo libero.
Ma, come detto, tra le due parole non c’è alcun filo analogico che le unisca. E c’è ancora un’altra parola omofona, sempre con la i lunga, ma stavolta con la iniziale maiuscola: Liber, che indicava il dio Libero, quello più comunemente conosciuto come Bacco, il dio del divertimento, dell’ebbrezza, del piacere, raffigurato sempre accompagnato con un tralcio di vite.
Ebbene, ripeto, tra liber /libro, liber/libero e Liber Bacco, non c’è alcun legame familiare. Eppure… anche se è una falsa etimologia, mi piace collegare il libro alla libertà e al piacere.
Ditemi, quale atto c’è più libero che leggere un libro e quale piacere c’è maggiore della lettura di un libro? Non so voi. Ma per me leggere un libro rimane un atto che mi procura uno straordinario inebriante piacere e mi fa sentire assolutamente libero.