Parole parole parole: MALATTIA

Pasquale Gerardo Santella 15 Ottobre 2020

La parola malattia deriva da quella di "malato", che a sua volta proviene, per crasi ed allitterazione, dal latino "male aptus", traducibile in “malconcio – malmesso”, e da male-actio = mala-azione = malattia indotta per azione errata, dovuta all'ignoranza della mente del soggetto.

Passando poi dal significato etimologico a quello "reale" della parola, possiamo definirla semplicemente una condizione di malessere fisico e/o psichico.

Non abbiamo curiosità da proporre su questa etimologia, ma solo qualche considerazione da fare.

Nel tempo del Coronavirus papa Francesco ha detto: “Ma come potevamo sperare di rimanere sani in un mondo malato?”. Parole con cui egli rapportava la malattia individuale, data da una alterazione dell’organismo in una delle sue funzioni, alla malattia del mondo,  che si esprime  in aberranti fenomeni sia sociali (la povertà, la corruzione dell’ambiente, le guerre) che morali (l’egoismo, l’intolleranza, il razzismo, l’odio) .

Sono d’accordo con il papa. La malattia non è uno stato eccezionale che si oppone alla normalità della salute, ma una dimensione esistenziale e connaturata al mondo moderno, in cui la scienza e la tecnica hanno snaturato e disumanizzato l’uomo rendendo inevitabile l’alienazione, l’incomunicabilità, la nevrosi.

Tutti siamo malati, ma lo sono ancora più gravemente coloro, e sono i più, che sono convinti di essere sani, tanto potenti da rifiutare il male anche quando si manifesta in forma violenta e continuano a vivere in una iridescente bolla artificiale, protetti da una coltre di potere e ricchezza, insensibilità, indifferenza.

Neanche si accorgono che tempus fugit…

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