Parole parole parole: OPINIONE/CONOSCENZA
Pasquale Gerardo Santella 4 Febbraio 2021Per queste due parole, non a caso messe una di fronte all’altra, in opposizione, ma generalmente confuse tra di loro e utilizzate indifferentemente senza alcuna distinzione, non ci soffermiamo sulla facile etimologia dal latino.
Ne consideriamone il significato sulla base di quanto avviene sui social, che sono luoghi sempre disponibili per la chiacchiera, come lo erano i portici o il Bar Sport o la piazza, dove uomini e donne dei più disparati ceti e mestieri emettevano giudizi, opinioni e sentenze su qualunque argomento o fatto, pur non avendone alcuna competenza e in mancanza di elementi certi che ne mostrassero la verità.
E così, se diamo uno sguardo ai vari post, mettiamo su Facebook, dobbiamo convenire che tutti si ritengono analisti politici, critici letterari, storici e, naturalmente, giornalisti sportivi, dato che sfornano con sicurezza i loro giudizi, anche se con argomentazioni banali, umorali e pregiudizievoli.
Una totale confusione tra quelle che i greci definivano “doxa” e “epistème”. La prima indica semplicemente una opinione soggettiva che ognuno può farsi ed esprimere su un particolare argomento, attinente ai più vari campi del sapere; la seconda definisce una conoscenza certa, approfondita e documentata che ha richiesto anni di studi e ricerche.
Ne consegue che lo scambio comunicativo si riduce alla forma della “discussione”, attraverso la quale uno vuole imporre la propria opinione agli altri senza ascoltare le loro ragioni o almeno senza prenderle in considerazione con la disponibilità a modificare il proprio punto di vista. Ha ragione il modo di dire napoletano: nu’ facimme discussione, che ha alla base la consapevolezza dell’inutilità di qualsiasi discussione, se essa non si trasforma in dialogo.
Quando poi la discussione tocca argomenti storico - politici, a prevalere sono i giudizi ideologici o di parte, formatisi in seguito alla ricezione acritica di conoscenze manipolate e strumentalizzate dalle fonti, che si acquisiscono come verità storicamente accertate. Una opinione allora è presentata come verità assoluta che non ammette confutazione con l’inevitabile “mi piace” di quelli che la pensano allo stesso modo.