AVERE E ESSERE: DUE AMICI DA CUI GUARDARSI

P. Gerardo Santella 11 Aprile 2023
AVERE E ESSERE: DUE AMICI DA CUI GUARDARSI

I verbi ausiliari, come dice la parola (dal verbo latino auxilior) sono amici, ma, ci avverte Pestelli: chi non sa quanti fastidi procurano alle volte gli amici?

Prendiamo gli ausiliari propriamente detti, avere e essere: quanti dubbi se con i verbi intransitivi ci voglia l’uno e quando l’altro, o quando l’uno sia meglio dell’altro. Il maestro delle elementari ci diceva che la regola è di usare essere davanti ai verbi di movimento e avere negli altri. Una regola peraltro che si rivelava subito non valere in senso assoluto, dato che dicevamo: ho camminato, che pure esprimeva un’ azione  uguale al verbo andare in sono andato.

E poi, come mai lo stesso verbo a volte preferiva accompagnarsi all’ausiliare essere e a volte ad avere? Come dovevamo scrivere: ho vissuto o sono vissuto? Ha piovuto o è piovuto?

Per i verbi di moto possiamo attenerci a queste indicazioni.

Quando si considera non l’azione, ma il fine a cui tende, ci va essere. E allora diciamo: sono andato, sono venuto, sono uscito, perché questi verbi non pongono in alcun risalto l’atto materiale di chi va, viene ed esce. Quando invece si considera l’azione stessa nel suo accadere o nella sua estensione, ci vuole avere: ho camminato, ho viaggiato, ho passeggiato.

Ne consegue che ci sono alcuni verbi che possono avere l’uno o l’altro: correre, volare, salire, scendere… Usati nella prima maniera vogliono essere (sono corso a scuola, l’ aquila è volata sulla preda); usati nella seconda, vogliono avere (ho corso troppo, l’aquila ha volata rapidamente).

Quanto a è piovuto o ha piovuto, come per gli altri verbi “metereologici” (nevicare, grandinare, tuonare, lampeggiare) è preferibile avere se si vuole sottolineare la durata dell’evento: stamattina è piovuto mentre andavo a scuola; ma ha piovuto l’intera giornata. Si tratta di una sfumatura che  tende a sparire, sicché entrambe le scelte possono ritenersi corrette.

Ci sono poi verbi che, a secondo che siano accompagnati da essere o avere, cambiano perfino significato. Ad esempio, spirare vuole essere nel senso di morire, avere nel senso di soffiare; mancare vuole essere se vuol dire venir meno  (sono mancato alla partita) avere se vuol dire lasciare di fare qualcosa (ho mancato di studiare).

Chiudiamo con il verbo fiorire: può giovarsi sia dell’uno che dell’altro ausiliare, ma non indifferentemente. Gli alberi hanno fiorito e gli alberi sono fioriti non sono la stessa cosa: nel primo caso voglio denotare meglio l’azione e la causa; nel secondo l’effetto e lo stato.

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