Carnevale Palmese: Le Quadriglie Palmesi nelle parole della Tradizione

Luigi De Luca 23 Aprile 2022
Carnevale Palmese:
Le Quadriglie Palmesi nelle parole della Tradizione

Nella scorsa edizione speciale di questa rubrica sfogliavamo il libro Memoria di Biagio Peluso il cui eco – oggi accompagnato da una nobile camelia – raggiunge una sala ancora gremita di gente curiosa di ripercorrere “una storia che cammina” e disposta a dialogare con ingegno e innovazione con quel “dono dei padri” dal gusto antico e popolare.



Questa volta, però, ad aprirci quello scrigno “senza fondo”, di una comunitaria memoria che ancora ci interpella, è Maria Teresa Peluso che nel suo libro “Le Quadriglie Palmesi nelle parole della Tradizione” non manca di dilettarci nuovamente con quella «musica pensata sulle note di melodie conosciute, sostenute da una variegata compagnia di strumenti tradizionali come: il tammuriello, il putipù, il triccaballacco, lo scetavajasse».

Canzoni d’occasione – per l’appunto – fatte di «parole camminate a piedi, fino a strade sconnesse. Parole di suoni, armonie, colori, odori, diversi, di autori diversi» pensate per la festa e intelligentemente conformi al tempo e allo spazio, lasciando che il maestro (cumannante) interpreti liberamente la musica facendola sua e calandola nel suo contesto.



Un atto a dir poco “corale” che richiama a suon di note la necessità di «salvaguardare creativamente (prof. Peluso) la festa Palmese dai pericoli di deterioramento, scomparsa e distruzione che vengono sia dall’omologazione culturale (Pasolini) che è indotta dal sistema economico globale, sia da infiltrazioni malavitose, strumentalizzazioni politiche, sponsorizzazioni scriteriate, etc». Come fossimo “Artigiani della Tradizione” – ci ricorda la prof.ssa Peluso – che costruiscono, pezzo dopo pezzo, quell’identità popolare nella quale poter, in futuro, rileggersi, reinventarsi, conservarsi senza mai “tradire” le radici della festa e l’anima del Carnevale.
 
 
 
Una musicalità, resa grafica dalle tavole di Cosimo Gigantiello (Copyright Michelangelo editore), che la Prof.ssa Teresa Peluso ricerca a partire dal febbraio del 1900 con i versi del reverendo Filippo Iervolino al 1950 tra “quadriglie-serenata” romantiche e “Relitti culturali” della città di Napoli, interruzione compresa (1902-1925). Tutto fa Folklore – senza alcun dubbio – quando ad esprimersi è un’anima libera (così considerata la Quadriglia) dove la parola libertà «scelta dai giovani (del tempo) fu la più giusta per iniziare a scrivere le parole di una festa» che non si sarebbe mai fermata e che avrebbe sempre più coinvolto lo spirito pittoresco di una Palma Campania in cui chi è nato a stu paese/ nce tène’ o genio fine/ è l’aria ca ci ’o dà/ ’e fa’ sti scherze ‘e nuvità. E pure se Palma tu tiene ‘a giuventù/ ca sape fa sti cose, non sempre hai uomini la cui storia corrisponde con l’intenzionalità della propria coscienza e con la consapevolezza di ciò che si custodisce tra le mani, a differenza invece di quei molti uomini poeti – di pasoliniana memoria – che non dicono una parola “poetica” nel senso convenzionale ma che si “comportano” da poeti del loro tempo. 

Ecco perché  come afferma Teresa Peluso  alla “nostra festa” non serve una data di nascita perché la sua origine scaturisce ciclicamente dal raccontarsi continuo, passato o presente che sia. Affiancarsi – dunque – con delicata reciprocità alle nuove generazioni come "un re al suo profeta” in cui si è figli, interpreti e padri della tradizione e in cui si è capaci di renderla vivente mettendo in evidenza i valori genuini, favorendo un’interpretazione storica, indicando prospettive positive, offrendo nuovi elementi di consolazione e ponendo – infine – uno stimolo creativo e responsabilizzante.




Certo è che il tempo è più che cambiato, eppure: perché non sappiamo valutarlo? Lì dove ci sembra quasi che Tradizione parli ad altra Tradizione non riuscendo a raggiungere quei giovani volti sempre più lontani e disinteressati o addirittura assenti.



Certamente stupiti, però, davanti ad un’interpretazione canora di Tino Simonetti e agli interventi puntuali e consistenti di Fernando De Nicola, Biagio Peluso e Donato Vuolo.



Tutti, insieme all'autrice, hanno cercato di raggomitolare i fili di una storia comune “dosando civiltà” perché mo ca tutti so’ turnati/ tutti quanti avimmo pazzià.

A seguire, le prossime date con le rispettive ed ultime pubblicazioni:
 
06 maggio 2022
Patrimonio culturale e festività dei carnevali: gli itinerari urbani dei rituali storici in Campania,
convegno con l’Università degli studi Federico II – centro interdipartimentale di ricerca in urbanistica “Alberto Calza Bini”.
 
Giugno 2022
Le Quadriglie. Storia e tradizioni del Carnevale di Palma Campania,
di Floriana Nappi.
 
 
 
 
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