Convegno alla clinica Neapolisanit di Ottaviano. Disfagia: esperti a confronto. La patologia internistica colpisce il 60 % della popolazione anziana.
Tommaso Scibelli 19 Giugno 2024OTTAVIANO – Sabato 15 giugno presso il casale Irfid all’interno della clinica Neapolisanit di Ottaviano (NA) si è tenuto un convegno sulla disfagia organizzato dal dr. Carmine Montanaro, otorino viscianese e rivolto precipuamente a logopedisti, medici e vari professionisti del settore. La deglutologia è una branca nuova della medicina che si occupa della deglutizione fisiologica e patologica. La disfagia è una deviazione della deglutizione dalla norma. Il meccanismo della deglutizione interessa 34 muscoli e 40 nervi. La deglutizione è l’abilità di convogliare sostanze solide, gassose, liquide o miste fino allo stomaco.
La via aerea e la via digestiva hanno un tratto in comune iniziale detto tratto aerodigestivo. A livello del crocevia delle due vie è situata l’epiglottide che grazie al movimento verso l’alto della laringe, si chiude a mo’ di opercolo abbassandosi sulle vie aeree. La disfagia in età infantile è detta pedofagia mentre in età senile è chiamata presbifagia. Molti esperti del settore sono coinvolti nello studio della disfagia: logopedisti, foniatri, psicologi, gastroenterologi, nutrizionisti, odontoiatri, ortodonzisti, otorinolaringoiatri ed altri.
La sincronizzazione del movimento della deglutizione è necessaria. L’atto della deglutizione è un atto neuromuscolare complesso e coordinato. La deglutizione vera inizia alla dodicesima settimana della vita fetale. È passibile di alterazioni dovuta a fattori organici o funzionali. La deglutizione può avvenire volontariamente o involontariamente. Ha da 0 a 5 stadi. Normalmente si registrano da 1000 a 1500 atti deglutitori nell’arco delle 24 ore. Un esame detto fibrolaringoscopia delle vie aerodigestive superiori consente di valutare la deglutizione patologica attraverso una telecamera introdotta nel naso. Gli sfinteri sono formazioni vascolari ad anello che consentono di chiudere od aprire un orifizio. Ve ne sono numerosi nel cavo orale.
Il riflesso della suzione è presente alla decima settimana ma la deglutizione vera e propria comincia alla dodicesima settimana. La laringe nel feto è nel naso ed è detta narinale. La fase 0 della deglutizione è detta anticipatoria (sensitiva). Coinvolge le aree mnemoniche, olfattive e visive. La fase della preparazione orale è sotto il controllo della volontà: consiste nell’assunzione del cibo e nel mescolamento con la saliva mentre il bolo è trattenuto sul dorso della lingua con chiusura dell’istmo delle fauci. Nel momento in cui il cibo è in esofago le strutture della faringe e della laringe riprendono la posizione di base. Lo sfintere glottico fa il movimento di chiusura dell’epiglottide, lo sfintere esofageo inferiore fa rilasciare l’ipofaringe mentre lo sfintere velofaringeo chiude il palato contro il rinofaringe.
La cineradiografia o fluoroscopia della deglutizione studia la cinetica della deglutizione da quando il cibo dalla bocca penetra nell’esofago. La deglutizione è passibile di alterazioni dovute a fattori organici o funzionali (disfagia). Il 30 % degli infanti, il 60 % degli anziani e il 10 % della popolazione generale sono colpiti da questa patologia. Negli anziani essa è maggiormente presente per ridotta salivazione, perdita dei denti, perdita dell’odorato e del gusto ed indebolimento dei muscoli della mascella. La patologia può avere vari livelli di gravità così come può essere effetto collaterale di alcuni farmaci.
La disfagia può essere acuta ma nella maggior parte è cronica (disturbi neurologici, Parkinson, sclerosi multipla, morbo di Alzhemier). Tra i pazienti colpiti da ictus, infatti, la maggior parte soffre di disturbi disfagici.