Crediti d’imposta illeciti sequestrati dalla Guardia di Finanza, per un valore di 31 milioni di euro

Marco Montuori 14 Novembre 2024
Crediti d’imposta illeciti sequestrati dalla Guardia di Finanza, per un valore di 31 milioni di euro

In questi giorni militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito un provvedimento di sequestro d'urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord, di crediti d'imposta per un importo totale di 31 milioni di euro.

Nella fattispecie, trattasi di crediti da Investimenti nel Mezzogiorno, di cui alla L. nr. 208/2015 per le aziende che effettuano l'acquisizione di beni strumentali nuovi (indicati nel comma 99 della L.), destinati ad attività produttive situate in zone assistite delle Regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna, Sicilia, Molise e Abruzzo.

L’attività ispettiva si è soffermata soprattutto su un approfondito esame dei dati riportati nei relativi “cassetti fiscali” di alcune persone giuridiche, già oggetto di procedimento nello scorso mese di giugno per il sequestro di crediti inesistenti afferenti agli aiuti connessi alla crescita economica, denominati “Super Ace”, di cui all'articolo 19, comma 2, del D.L. n. 73/2021.

Una maggiore è più approfondita analisi, ha consentito di individuare 50 soggetti economici, situati nelle Regioni Meridionali, titolari di crediti per importi consistenti, talvolta milionari – inerenti ad investimenti nel Mezzogiorno d’Italia, purtroppo mai effettuati.

L’attività investigativa ha permesso di accertare che alcuni dei soggetti coinvolti, avevano simulato l’acquisto da una società d’oltremanica di importanti software chainbox utili alla creazione di blockrhain aziendali per la condivisione di dati informatici in rete - inserendo nei moduli di comunicazione da trasmettere all'Agenzia delle Entrate i dati relativi al presunto investimento, talvolta per valori superiori al milione di euro, singolarmente considerati.

Tale circostanza è stata subito rilevata nel corso dell'attività di indagine, grazie alla quale, attraverso l'analisi dei dati relativi alla società estera, si è pervenuti all'individuazione del relativo amministratore di origine campana, irreperibile, peraltro destinatario di numerosi provvedimenti giudiziari.

La portata della frode è apparsa ancora più significativa quando le indagini hanno permesso di scoprire che alcune società avevano perfino fatto ricorso ad operazioni straordinarie, come le cessioni di ramo d'azienda, pur di aggirare I'incedibilità a terzi del credito e di pervenire al conseguimento dell'illecito profitto.

La disamina di alcuni atti notarili, ha evidenziato il puntuale trasferimento del credito quale parte integrante del ramo d'azienda ceduto, consentendo poi di accertare che le cessioni venivano eseguite per importi nettamente inferiori già al solo valore nominale del credito, aspetto indicativo della relativa provenienza illecita.

Al termine dell’attività investigativa, sono stati iscritti nel registro degli indagati, a vario titolo, 44 persone fisiche (residenti in Campania, Lombardia, Sardegna, Calabria e Sicilia), per i reati di truffa ai danni dello Stato e di reimpiego di proventi illeciti, inoltre l’AG ha disposto, anche il sequestro d'urgenza delle risorse creditizie individuate, allo scopo di scongiurane l'utilizzo in compensazione.

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