Da Mazzarri a Spalletti: l'epopea di Insigne, azzurro per sempre
Simona Bosone 16 Maggio 2022Tra cori e lacrime, abbracci e sorrisi, il capitano azzurro Lorenzo Insigne dice addio alla sua fascia, alla sua maglia, alla sua gente.
L’esordio con Mazzarri, più di dieci anni fa, poi Foggia, Pescara e, soprattutto, l’incontro con Zeman, con cui ha trovato identità, consapevolezza, crescita e tanti gol. Poi finalmente titolare nel suo Napoli, la maglia numero 24, scelta nell’estate del 2012.
Il primo gol al Parma, l’esordio in Europa, i minuti in azzurro col fratello Roberto, la Supercoppa, l’ambita fascia da capitano, i 100 gol. Tante, troppe le emozioni, troppi i ricordi: “Sono tantissimi, non ne voglio ricordare solo qualcuno. Ricordo tutti i dieci anni. Ci sono stati momenti belli e meno belli, ma siamo stati sempre uniti coi tifosi”.
Sì, perché questi dieci anni per Lorenzo sono stati non solo amore e gioie ma anche rimproveri, giudizi, parole di troppo che hanno scaturito dubbi e interrogativi, sensibilità ed emotività. Schiacciato dalla passione di un popolo, del suo popolo.
Finisce così la storia di uno “scugnizzo” che dai campetti di paese è riuscito a farsi strada e a diventare il capitano della sua squadra del cuore e l’idolo di tanti ragazzini. Tra poco più di un mese vestirà la maglia del Toronto ma il suo Napoli lo seguirà da lontano e, non appena potrà, dagli spalti del Maradona perché “è troppo forte l'amore per questa città e questa maglia”.