DA PALMA ALLA SERIE A, SALVATORE SOVIERO CONTINUA A COLTIVARE LA SUA PASSIONE CON UNA SCUOLA CALCIO IN ARGENTINA
Valentina Soviero 4 Ottobre 2023Salvatore Soviero, nato e cresciuto in una famiglia di calciatori. Dirigente, allenatore di calcio ed ex portiere di serie A che ha iniziato la sua carriera da Palma Campania, arrivando a conquistare traguardi professionali e personali che lo rendono un atleta riconosciuto e amato da un grande pubblico di tifosi. Dopo il suo successo, Soviero ha aperto una scuola calcio in Argentina, alla ricerca di talenti e giocatori che arrivano in Italia per realizzare i loro sogni. Inoltre gestisce un maneggio per cavalli da morfologia. Insieme ad altri soci, ha partecipato e vinto diversi concorsi di bellezza per il genere cavallo arabo.
Il calcio di ieri e di oggi, com'è cambiato? È cambiato molto. Prima non era una priorità avere un figlio calciatore, anche se si veniva da una famiglia di sportivi. Noi siamo cresciuti e giocavamo in strada e non c’erano le scuole calcio che ci sono adesso, quindi inseguivamo una passione e non il guadagno. Quello di oggi è un calcio di immagine in cui la passione viene sempre dopo altri interessi ed invece è alla base del successo.
Pensi che una parte di responsabilità si possa assegnare anche al web e ai social media? Sicuramente amplificano tutto, le notizie arrivano prima e le partite vengono commentate subito. Sei sotto gli occhi di tutti. Quindi c’è più pressione rispetto a prima, quando i tifosi venivano al campo e ti contestavano. Adesso è rara una contestazione di questo genere ma c’è il web che è sicuramente una lente di ingrandimento maggiore.
Quando hai iniziato ad appassionarti al calcio? Vengo da una famiglia di calciatori, mi sono ritrovato in questo mondo ed era inevitabile che mi appassionassi ma non che lo diventassi. Ho esordito nella Palmese da quindicenne, nella categoria interregionale, trovando la mia strada in un mondo in cui non c’era ancora la regola dell’under che oggi invece da la possibilità a tanti giovani di poter arrivare prima.
Perché è importante lo sport? Io credo che negli altri paesi ha più valore, nelle nostre scuole è messo ai margini invece fare sport è basilare. Molti problemi che ci sono a livello fisico, vedi l’obesità, si combattono con lo sport che porta con sé dei valori essenziali, sia esso individuale o di squadra. Ci aiuta a confrontarci con l’altro, ad avere rispetto dell’avversario, a fare comunità.
Che caratteristiche deve avere un portiere secondo te? C’è un personaggio a cui ti sei ispirato? A mio padre. Io sono figlio d’arte e mio padre è stato il mio primo e più completo maestro. Oggi il portiere deve essere un calciatore vero e proprio, deve saper giocare anche con i piedi. Lui ha la responsabilità principale e non si può permettere di sbagliare. Deve avere capacità morali e tenuta mentale e fisica.
Un ricordo indelebile di quando giocavi a calcio? Sicuramente l’esordio in serie A e l’aver giocato in un anticipo con la Juve. Arrivare a giocare nella massima serie, venendo da Palma e senza avere avuto mai un procuratore, è stata una grande soddisfazione. Ho avuto grandi allenatori per fortuna ma sono uno che, in sostanza, si è fatto da sé. Vincere è stato il massimo. Non è da tutti e non è per tutti.