Domenico Balbi: torno a casa con il desiderio di fare del mio meglio

Benissimo! Sono a casa. Quando ho saputo della nuova assegnazione sono rimasto davvero contento perché sapevo di ritornare in una comunità che conosco bene e in un territorio che mi ha visto crescere. L’Istituto “A. De Curtis” era l’unica scuola che c’era a Palma Campania ed è lì che ho frequentato le mie “elementari”, tra l’altro in un periodo particolare della mia vita. Pertanto l’impatto mi ha fatto un certo effetto e… mi sono davvero emozionato.

Sette anni. Prima presso l’ITSOS Albe Steiner e poi al Liceo Artistico Statale U. Boccioni. Queste due grandi esperienze - in una realtà molto accentuata come quella di Milano - mi hanno avvicinato molto alla società attuale: multietnica e multiculturale. Insomma, mi hanno preparato a delle esigenze che qui sono ancora in evoluzione.

Natura. Ho portato questa “vena naturale” anche nella città più caotica d’Italia. Dove abito adesso, infatti, sono circondato dagli animali più sparuti come i pavoni, galline faraone, capre. Questa “visione agricola” cerco di coltivarla anche in ambito scolastico, sperando che i miei alunni ne riscoprano la bellezza e la portata educativa.

Fa molto male. Questo tipo di denuncia non è recente. Parliamo di cyber-bullismo da anni e ci ritroviamo dei ragazzi che non sono preparati a delle particolarità della vita che devono necessariamente conoscere. Io credo che tutti gli insegnanti dovrebbero trasmettere l’idea che ci sono sensibilità differenti e che è necessario saper prendere in seria considerazione la sensibilità di ognuno. Gli “invisibili” sono ovunque. Talvolta, anche il ragazzo più eccentrico può risultare quello più sensibile e vulnerabile. Per cui, la responsabilità di questo lavoro dovrebbe essere duplice: e del contesto familiare e di quello scolastico-formativo. Io, personalmente, mi sento in colpa.

Si, molto. Il teatro sarà uno dei progetti fondamentali di quest’anno scolastico. Ma non è l’unico. Avremo, l’orto, il giardino e tanto altro. Comprese le api e le galline.

Sull’omosessualità ti posso dire che al Boccioni ho ritrovato una cultura infinita. Ho visto quella che è la visione emergente dei giovani, la loro necessità di esprimersi e davanti alla quale noi, spesso, per una questione di “decoro” tendiamo ad ostacolare con input diversi. Se questa pretesa di decoro, però, rischia di farli stare male psicologicamente, bisogna allora prendere in serio esame il singolo contesto. È questa la mia disponibilità per quelli che si considerano “invisibili” anche da questo punto di vista, per dare così un po’ di luce anche a loro. Certo, la società non è sempre pronta…

Palma Campania ritorni ad essere un “Paese nella gloria del sole”. L’espressione di quella periferia che conservi ancora l’odore dei forni a legna nel periodo di Pasqua. Abbia, la natura, il suo giusto spazio, in una società che non la riconosce e che solo una sincera “poetica ambientale” può davvero salvare.