E' morto Wilbur Smith, il "creatore di mondi"

Geltrude Vollaro 14 Novembre 2021
E' morto Wilbur Smith, il "creatore di mondi"

Ieri sera nella sua casa di Cape Town all'età di 88 anni, è morto Wilbur Smith.
Nato il 9 gennaio 1933 a Broken Hill (Zambia). Prolifico autore di bestseller. Scrittore di ben 49 romanzi d'avventura. Grazie ai suoi libri abbiamo viaggiato e e abbiamo conosciuto l'Africa, siamo andati in Arabia, in Antartide, in India, nell'antico Egitto, nelle Americhe e nella seconda guerra mondiale in Germania.
 Abbiamo vissuto le avventure della famiglia Courtney, siamo stati immersi nell'Africa profonda e selvaggia nella saga dei Ballantyne.
Il primo manoscritto fu rifiutato da ben venti editori, ma una volta pubblicato fu un successo strepitoso.
La sua regola era di scrivere solo le cose che conosceva bene e per questo viaggiava molto e si documentava meticolosamente percorrendo a ritroso periodi storici quali, ad esempio, la colonizzazione dell'Africa e gli anni neri dell'apartheid in Sud Africa. Anticipatore con i suoi personaggi di leader carismatici come Nelson Mandela che stimava molto e che riteneva un "eroe globale".
Un talento naturale il suo nel raccontare avventure guardando con gli occhi i luoghi, sentendo le persone, scrivendo storie.
140 milioni di copie vendute tradotte in 30 lingue.
La sua avventura da scrittore è iniziata nel 1964 con Il destino del leone, il suo primo bestseller che lo ha lanciato verso la notorietà. La sua passione per la scrittura è stata alimentata dai racconti che la madre era solita leggere ogni sera per la buonanotte. Tra gli scrittori che amava di più c'erano Hemingway e Steinbeck.
La vita di Smith è stata caratterizzata da grandi cambiamenti che hanno visto naufragare i primi tre matrimoni. La felicità è arrivata con l'ultima moglie, Mokhiniso Rakhimova, di quarant'anni più giovane, incontrata all'università di Mosca.
Con lei nel 2015 ha fondato la Wilbur & Niso Smith Foundation per sostenere autori emergenti di narrativa d'avventura.
Nel 2018 ha pubblicato un libro di ricordi Leopard Rock dove si definisce: "Un uomo del 17esimo secolo a cui la tecnologia non interessa. Ho bisogno di annusare le rose e il letame di bufalo".

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