Evasione fiscale scoperta dalla Guardia di Finanza

Nello Nappi 12 Novembre 2024
Evasione fiscale scoperta dalla Guardia di Finanza

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli, su disposizione di apposito decreto emesso  dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Nola, hanno dato materiale esecuzione al sequestro preventivo di una somma di danaro superiore a 2,2 mln. di euri, nei confronti di una società operante nel settore dell’edilizia nella zona di Marigliano (NA), per la mancata presentazione delle rispettive dichiarazioni, oltre all’indebita compensazione, reati previsti e puniti dagli artt. 5 e 10 quater del Decreto Legislativo 10 marzo 2000, nr. 74. 

Quanto precede è scaturito da indagini eseguite dai finanzieri della Compagnia della Guardia di Finanza di Casalnuovo (NA), i quali nel corso di una verifica fiscale generale, conclusa nei confronti della società in precedenza specificata, hanno rilevato che, quest’ultima, pur essendo totalmente sconosciuta al Fisco, ha operato in diversi cantieri ubicati nell’entroterra partenopeo conseguendo, tra l’altro, volumi d’affari per alcune decine di milioni di euro  (dal 2017 al 2021), per la costruzione di nuovi fabbricati. Come soventemente accade in tali casi, nel corso dell’attività di verifica, le fiamme gialle hanno constatato la presenze di quattro lavoratori in nero, mentre per altri 15 (regolarmente assunti), i relativi contributi assistenziali e previdenziali (INPS INAIL), per un valore superiore ai 500 mila euro, venivano trattenuti dal datore di lavoro ma non versati. 

Alla stregua dei fatti anzicitati,  è stato possibile avanzare all’AG competente, la richiesta per la misura cautelare/patrimoniale  del sequestro preventivo.   Ciò detto, si è proceduto alla sottrazione dei beni nella disponibilità del reo (indagato) che, nella fattispecie, consistono in quote societarie, immobili e terreni ubicati nell’area metropolitana di Napoli, ancora autoveicoli, venti mila euri in contanti oltre a otto orologi “Rolex”, ritrovati nel corso delle perquisizioni.  Avverso la tipica misura cautelare disposta dal GIP è  ammesso l’impugnazione, e sulla base delle vigenti norme, l’indagato fino alla sentenza finale, è un presunto innocente.

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