Fracasso: “Quando ho iniziato a fare musica, i miei compagni di classe mi hanno bullizzato”

Redazione 15 Maggio 2023
Fracasso: “Quando ho iniziato a fare musica, i miei compagni di classe mi hanno bullizzato”

Al secolo Cristian Andrea Rado, il giovane è attualmente impegnato nel replicare ai messaggi privati e social inviategli dall’avvocato e star del web Andrea Diprè… La blogger Giulia Quaranta Provenzano ci propone l’intervista al cantante.   

Ciao! Quando ci siamo conosciuti mi hai detto che hai cominciato a fare musica all’età di 13 anni, poco dopo aver visto un video di Fedez su YouTube. Mi sorge dunque spontaneo chiederti di quale video si tratta e che cosa ti colpì a tal punto da innescare – citandoti – la tua voglia di rivalsa. “Ciao Giulia! Il video in questione era ANTHEM PT.1 [clicca qui https://youtu.be/MuNg_WBre7I]. Vidi Federico che, con tanta rabbia, si sfogava contro lo Stato e che cercava di rappresentare i giovani perché voleva una sua rivalsa in primis e poi anche una rivalsa generazionale. Ne rimasi estasiato, quindi provai – da ragazzino immaturo qual ero – a emularlo. Col passare del tempo però quel mio gioco è diventato un lavoro e ora non voglio più essere il nuovo Fedez bensì, prima di tutto, me stesso”.

Hai affermato anche di aver vissuto male la scuola, perché eri diverso dai tuoi coetanei. Tu, infatti, già da bambino pensavi al tuo futuro professionale e a concretizzare i tuoi sogni. Come cioè te la immaginavi la tua quotidianità di adulto e, ad esempio, codesta diversità d’approccio all’esistenza rispetto ai tuoi compagni di classe – piuttosto che una condizione economica differente rispetto ad alcune famiglie ricche e benestanti – ha fatto sì che tu sia stato bullizzato? “Durante gli anni della scuola superiore e cioè quando ho iniziato a fare musica, di colpo, i miei compagni di classe hanno iniziato a vedermi come una persona inferiore… per loro ero solo un povero illuso, che credeva in qualcosa d’impossibile. Probabilmente non sono stato oggetto del medesimo bullismo che si vede in molti film però le battute, le prese in giro e l’essere completamente isolato da tutti l’ho vissuto e ciò ha fatto sì che io mi sentissi inutile e davvero inferiore. Per me anche la tale è una forma di bullismo e sinceramente, per la persona che sono, non penso e non ho mai pensato di meritarmi nulla di simile”.   

Da cosa e da quale occorso hai idea che si sia originata e derivi questa tua capacità di muoverti in molteplici campi e la tua predilezione nei confronti della sperimentazione? E come mai – riportando le tue parole – il Festival di Sanremo, ogni anno, è sempre la solita solfa? “Quando ho iniziato a fare musica ascoltavo Fedez, lui passava dal pop al rap e viceversa. Ho dunque cominciato anch’io a sperimentare molto e mi ci sono trovato subito bene… da qui deriva la mia poliedricità. Il Festival di Sanremo – a mio avviso – è ogni anno la solita solfa perché vi hanno sempre luogo i soliti discorsi, vengono immancabilmente presentate le solite canzoni che provocano e vi si verificano i soliti scandali. Per adesso lo vedo ancora molto lontano dalla mia persona però certo, nonostante ciò, se potessi parteciparvi come artista ne sarei felice”.  


Quale aspetto ami particolarmente dell’atmosfera che si viene a creare ai concerti, piuttosto che alle partite di calcio e di basket? E, dal tuo punto di vista, come mai l’arte – citandoti nuovamente – riesce ad aiutare i giovani che prendono una strada sbagliata ed escono di carreggiata a tornarvi? “Durante le partite di calcio e di basket, mi piace l’atmosfera che si crea ossia mi piace vedere che la gente mette letteralmente in campo il cuore per la propria squadra. Penso che, questo, sia un bel modo per provare delle belle emozioni. L’arte, come lo sport e come qualsiasi altro sogno che una qualsiasi persona ha, porta i giovani sulla giusta carreggiata e – se ci si crede davvero e ci si concentra – non si possono non ottenere dei risultati concreti… tutto ciò allontana dalle cose negative che si stavano facendo precedentemente o che si sarebbero potute fare ed ecco perché bisogna indirizzare primariamente i giovani su simili strade e insegnare loro a sognare”.      

Cos’è, dei talent, che ti annoia e perché il tuo percorso preferisci farlo da solo sino a che non sarai più un artista emergente? Inoltre, per quale specifica ragione ambisci a diventare pure un opinionista, un giudice, un attore tant’è che curi l’immagine ma non pianifichi una tabella di marcia in tal senso e reputi che la progettualità non sia e non debba essere un aspetto rilevante per te? “I talent mi annoiano nella veste di artista, ma non come spettatore, poiché lì non sei libero di fare quello che vuoi… mentre sui social sì [clicca qui https://instagram.com/officialfracasso?igshid=MTIyMzRjYmRlZg==]. In rete ti costruisci il tuo personaggio e decidi tu il tuo viaggio, a costo però di non avere una vetrina tanto ampia come quella che invece fornirebbe la tv. Vorrei fare televisione semplicemente perché mi piace, è un’esperienza che un giorno vorrei appunto fare”.  

C’è chi sostiene che le opere d’arte che trovano seguito in fruitori e compratori siano, più facilmente e soprattutto per la maggiore, quelle che trasmettono serenità e armonia. Tu sei d’accordo ossia, esemplificando, appenderesti mai in casa tua un quadro dalle tinte cupe e che induce a riflessioni cosiddette pesanti e persino di acre denuncia o con soggetti cruenti e vessati? “Sono d’accordissimo con quello che hai riferito infatti, a casa mia, ho i muri e tutto l’arredamento bianco. Credo che i colori condizionino il nostro pensiero, soprattutto nei momenti di cosiddetto down. Non appenderei mai un’opera dalle tinte cupe e di acre denuncia o con soggetti cruenti nella mia abitazione, così come non dipingerei mai le pareti con tinte scure e ciò anche se oggi è invece qualcosa di molto frequente vedere”.  

Infine il 21 aprile è uscito il tuo nuovo singolo dal titolo “LA FINE” [clicca qui https://youtu.be/oxnF5jvYNtk], in cui c’è parecchia autobiograficità… al punto che, nella seconda strofa, descrivi la ragazza con la quale sei uscito la scorsa estate. Nonostante la canzone sia nata per sfogarti, visto che – successivamente a un vostro bacio – la lei in questione è sparita dalla tua vita, il pezzo non è un dissing… come mai e come ce l’hai fatta a non far prevalere la rabbia? “Non so perché sia sparita, ammetto comunque che all’inizio mi sono incazzato molto per tale suo comportamento nei miei confronti. Dopodiché, però, ho deciso di usare la mia rabbia per fare qualcosa di bello e così è stato. Secondo me, la rabbia per l’appunto bisogna incanalarla nel modo giusto e utilizzarla per dare vita a qualcosa di utile per se stessi perché sennò essa ci rovina soltanto. Mi chiedo sempre, visto che proprio la rabbia crea una grande energia dentro di noi, perché non adoperarla per realizzare qualcosa di più rispetto all’auto-logorarsi”.   

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