Frizioni tra Letta e Calenda spianano la strada al terzo polo?

Francesco Maria Catapano 10 Agosto 2022
Frizioni tra Letta e Calenda spianano la strada al terzo polo?

Parrebbe automatico parafrasare la celebre espressione manzoniana “quel matrimonio non s’ha da fare” per analizzare la finta tregua, dai minuti contati, siglata tra il PD e ed Azione, il partito che, letteralmente, chiama all’azione Carlo Calenda nell’avventura di essere identificato come leader di un nuovo modo di ragionare politicamente, rumoreggiando contro tutti ed imbarcando l’ala centrista del partito berlusconiano,come i tre Ministri Gelmini, Brunetta e Carfagna, stizziti dal sopravvento preso dal Carroccio di Salvini.

Il segretario dei democratici Letta e l’ex Ministro dello Sviluppo Economico Calenda, in carica nel governo di cui fu Premier nel 2014 e poi scelto dal successore Renzi, in seguito alla sfiducia inflitta a Draghi hanno richiamato la pluralità di un centrosinistra largo per arginare, con furbizia, la vittoria impari e scontata di una destra galvanizzata dai tanti sondaggi propizi. In men che non si dica, il segretario politico di Azione infrange l’accordo stabilito con il suo vecchio partito, perché proprio non gli va giù di doversi portare appresso quella sinistra che ha osteggiato duramente l’esperienza Draghi o a chi sconfessa, come se nulla fosse,il proprio mantra per non farsi scappare la poltrona,ovvero i vari Fratoianni e Bonelli di SI unificata con i Verdi e l’ex grillino Di Maio che ha battezzato la sua iniziativa “Impegno Civico”.

Questo disegno denominato campo largo tiene all’angolo, senza nessuna intenzione di calmare le acque, il politico più rottamatore ed odiato di questi tempi, Matteo Renzi.
Il Senatore di Rignano sull’Arno ed il suo partitino Italia Viva sfidano lo sbarramento al 3% correndo, soli contro i caravanserragli di destra e sinistra, in un terzo polo che vuole caratterizzarsi del coraggio di seguire idee controcorrente, di dibattiti sulla politica estera e del richiamo all’agenda Draghi, divenuta una formula strappa consenso per i tanti che tirano fuori dal cilindro una marea di piccolini nuovi partiti.

Sono prove di un matrimonio più volte rimandato quelle tra Renzi e Calenda, che forse saranno ricongiunti dall’obiettivo di depistare Giorgia Meloni da Palazzo Chigi e Salvini dal bramoso ritorno al Viminale per stanare i lucri incontrollati sul traffico dei migranti.
A dire si all’idea renziana di un terzo polo al centro è “la Lista Civica Nazionale”dell’ex Sindaco di Parma Pizzarotti ed i repubblicani che andranno a rafforzare le liste di Renzi, in attesa delle valutazioni di Calenda che soffertamente si è sganciato dalla corsa con il PD incassando il rifiuto di +Europa.

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