Gennaro Murano: storia di un collezionista di scarpe
Luigi De Luca 20 Aprile 2023È come aprire l’enorme armadio di C. S. Lewis e non sentire l’odore di cappotti e pellicce o i rami pungenti sfiorare le guance, né tantomeno incontrare il signor Tumnus ai piedi di un lampione mentre qualcosa sotto le scarpe scricchiola come la neve facendo cric croc.
Immaginate, piuttosto, di percorrere lo stesso sentiero circondati da lunghe scarpiere con dentro ogni tipo di scarpe: dalle iconiche Yeezy Slide, alle Jordan 5 x Off White in collaborazione con Virgil Abloh, non mancando di notare le Air Max 97 X Off-white, risalenti al 2017. Ci sarebbe bisogno di una guida, in questo mondo estremamente affascinante, come quella del diciottenne palmese Gennaro Murano, studente ed appassionato economista, che da circa tre anni è diventato un vero e proprio sneakerhead (1).
Immaginate, piuttosto, di percorrere lo stesso sentiero circondati da lunghe scarpiere con dentro ogni tipo di scarpe: dalle iconiche Yeezy Slide, alle Jordan 5 x Off White in collaborazione con Virgil Abloh, non mancando di notare le Air Max 97 X Off-white, risalenti al 2017. Ci sarebbe bisogno di una guida, in questo mondo estremamente affascinante, come quella del diciottenne palmese Gennaro Murano, studente ed appassionato economista, che da circa tre anni è diventato un vero e proprio sneakerhead (1).
Gennaro, quando è nata questa tua passione per il collezionismo di scarpe?
Circa due anni fa, dopo aver acquistato delle magliette di un noto artista tramite il famoso brand giapponese Uniqlo, il cui lifewear (2) mi ha subito catturato. Da lì ho scoperto lo streetwear (3), per poi avvicinarmi alle scarpe come le Jordan, Dunk, Yeezy e tante altre.
Come funziona questo mondo e come lo si abita?
Immagina dieci persone che vanno a comprare del pane. Il fornaio ne ha sfornato soltanto per quattro persone, per cui le altre non potranno averlo. Delle prime quattro: le prime due vanno via col pane mentre le altre due decidono di venderlo alle restanti sei persone. Lo stesso vale per le scarpe, lì dove chi le acquista per tenerle diventa un appassionato collezionista, mentre chi lo fa per rivenderle viene definito un reseller (4). Tuttavia, entrambe le figure, spesso, possono essere complementari. E poi ci si incontra su Discord, Whatsapp o Telegram, community in cui ci teniamo aggiornati con le prossime uscite e le future collaborazioni. Talvolta lo si fa anche in presenza ed è più emozionante.
Nella tua scarpiera ci sono soltanto deadstock (6)?
Diciamo che uno sneakerhead indossa raramente ciò che colleziona. Ce ne sono alcune che custodisco gelosamente perché hanno una storia e un valore troppo importanti. Altre, più commerciali ma comunque di qualità, anche se le utilizzo non le ho esposte ma le conservo sempre pulite e ben curate.
Secondo te qual è il motivo che induce un ragazzo a collezionare scarpe?
Io, principalmente, lo faccio perché dietro ognuna di esse c’è una storia che ti rimanda ad altre realtà, soprattutto quelle sportive, e non solo. Molte scarpe nascono per giocatori di basket (come le Jordan) o per lo skateboarding (come le Dunk), mentre altre per essere indossate da cantati famosi, artisti, attori. È davvero entusiasmante entrare in contatto con personalità originali di cui si sa davvero poco.
C’è ne racconteresti qualcuna?
Ad esempio è interessante sapere che le Jordan 1 Retro Low Voodoo furono disegnate appositamente per il cestista statunitense Zion Williamson dei New Orleans Pelicans e realizzate contro i “malocchi” presentando il logo Air Jordan capovolto. Oppure scoprire che la storia delle Nike SB Dunk Low Sand, comunemente dette eBay, risalgono al 2003, quando la Nike mise all’asta – appunto su eBay – delle Dunk Low molto colorate che vennero acquistate alla modica cifra di 26.000 dollari, poi donati alla fondazione dedicata a Tim Brauch, skateboarder morto a soli 25 anni per un arresto cardiaco. Oltre a quel paio di scarpe, la Nike ne produsse altre due e una di queste fu tagliata in quattro parti. È così che mi innamoro di una scarpa e punto sempre ad averla.
Quindi, per te, cos’è il collezionismo e come si presenta alle nuove generazioni, come la tua?
È una vocazione – se così si può definire – perché nasce dal cuore come passione e interesse, che non ha come primo scopo quello di guadagnare su ciò che si colleziona. Oggi tutti i consumatori sono potenziali reseller, facilitati dalle numerose piattaforme di rivendita, per cui è più facile scadere in un fenomeno discriminatorio oppure in un consumismo sfrenato, a scapito di un genuino collezionismo.
Oltre alle tante e diverse Kicks (7) che “coppi” ogni giorno, qual è il tuo Grail (8)?
Senza alcun dubbio la Jordan 1 High Chicago del 1985. È per noi dell’hype culture (9) la scarpa più importante.
(1) Appassionato di sneaker di ogni tipo: running, retro basket, limited edition e collaborazioni.
(2) Linea di abbigliamento fatta di capi semplici, comodi e di alta qualità.
(3) Stile di abbigliamento casual o sportivo.
(4) Rivenditore di un prodotto a prezzo maggiorato a chi non è riuscito ad ottenerlo. È diverso dal retailer, che invece si rivolge direttamente ad una azienda o una società.
(5) Sneakers mai usate né provate.
(6) Uno dei tanti nomi per indicare una sneaker, molto usato dai britannici.
(7) Sneaker dall’alto valore collezionistico.
(8) Tendenza culturale che corrisponde alla costante ricerca dell’ultima “grande cosa”.
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