Imprese del tessile e della moda: in arrivo una pioggia di contributi

Redazione 23 Agosto 2021
Imprese del tessile e della moda: in arrivo una pioggia di contributi

È il momento di riprendere a sostenere la realizzazione di investimenti da parte dei settori più colpiti dal Covid-19. Ne parliamo con Vincenzo Di Riso, Dottore Commercialista, esperto di finanziamenti agevolati alle imprese ed agli enti locali, nonché Professore di Economia Aziendale presso I.S.I.S. Europa di Pomigliano D’Arco.

“Governo e Regione Campania, dopo la stagione del sostegno immediato, possono ora dare slancio ai molteplici bandi che incentivano la realizzazione degli investimenti post Covid, anticipando al contempo la programmazione dei fondi comunitari 2021-2027 ed il PNRR Italia, essendoci tra l’altro da impiegare ancora risorse della vecchia programmazione 2014-2020”.

Scendendo nel dettaglio, la corsia preferenziale è stata garantita per il bando a sportello del Mise con il quale si dà attuazione all’articolo 38 bis del Decreto Rilancio. Con esso, si prevede l’introduzione di una misura specifica per il settore del tessile, della moda e degli accessori moda per sostenere:

  • progetti finalizzati alla realizzazione di nuovi elementi di design;
  • progetti finalizzati all’introduzione nell’impresa di innovazioni di processo produttivo;
  • progetti finalizzati alla realizzazione e all’utilizzo di tessuti innovativi;
  • progetti ispirati ai principi dell’economia circolare finalizzati al riciclo di materiali usati o all’utilizzo di tessuti derivanti da fonti rinnovabili;
  • progetti finalizzati all’introduzione nell’impresa di innovazioni digitali.

“La misura - aggiunge Di Riso - è destinata alle piccole imprese, risultanti iscritte ed attive nel Registro delle imprese della Camera di Commercio da non più di 5 anni e che svolgono una delle attività rientranti nel settore del tessile, della moda e degli accessori moda. Tra i requisiti richiesti dal bando, le imprese interessate devono avere meno di 50 dipendenti ed un totale del fatturato o dell’attivo non superiore a 50 milioni di euro. Le aziende non debbono essere quotate, non devono aver rilevato l’attività di un’altra impresa, oltre a non essere state costituite a seguito di fusione”.

Tale misura agevola con un contributo a fondo perduto, pari al 50% del totale della spesa (che può andare da un minimo di 50.000 mila ad un massimo di 200.000 euro), sia la realizzazione di investimenti di natura strutturale come l’acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica (comprese le relative spese di installazione, brevetti, programmi informatici e licenze software), sia la formazione del personale.

“Laddove si investa in tecnologie digitali 4.0 tale agevolazione è cumulabile con il credito di imposta per i beni strumentali del piano nazionale 4.0, coprendo al 100% l’intera spesa se essa avviene entro il 31 dicembre 2022. Un costo che viene coperto con il 50% proveniente dall’agevolazione della misura dell’articolo 38 bis del Decreto Rilancio e l’altro 50% dal credito di imposta per beni strumentali del Piano nazionale 4.0”.

“Si tratta di un’opportunità davvero appetibile alle tante imprese campane operanti in tali settori e presenti prevalentemente nei distretti industriali come quello di San Giuseppe Vesuviano, di Grumo Nevano – Aversa”.

“La Regione Campania, poi, ha recentemente previsto l’attivazione di una misura di sostegno alle micro, piccole e medie imprese del sistema turistico campano (ricettività e intermediazione dell'offerta) colpite dalla crisi dovuta al Covid, programmando un finanziamento di 15 milioni di euro con fondi Por-Fesr 2014 – 2020, suscettibile di essere in seguito integrato. L'agevolazione - conclude l'esperto - consiste in un contributo a fondo perduto nella misura del 60% dell'investimento proposto dall'impresa beneficiaria, fino a un massimo di 200.000 euro”.

 

La misura intende agevolare l’innovazione di prodotto e di processo, la digitalizzazione dei processi aziendali, la promozione e la comunicazione – sia on line che off line – per promuovere e valorizzare l’offerta turistica aziendale sui mercati di prossimità, sui mercati nazionali e su quelli internazionali, adottando le misure anti Covid volte a garantire la tutela della salute degli operatori, dei lavoratori e dei turisti nella erogazione dei servizi.

Tra le spese agevolabili ci sono:

  • le spese di progettazione, di direzione lavori e di collaudo, le spese per studi di fattibilità economico – finanziarie;
  • le opere murarie e di impiantistica volte all’adeguamento delle strutture alle normative anti Covid, alla riduzione delle barriere architettoniche, al miglioramento dell’efficienza energetica, all’installazione di attrezzature, di impianti, macchinari ed arredi;
  • l’acquisizione di attrezzature ed arredi, di impianti, macchinari, hardware, mezzi di trasporto nuovi di fabbrica;
  • servizi reali che risolvono problematiche di tipo tecnologico, gestionale, organizzativi, promo-commerciale;
  • l’acquisto e lo sviluppo di software (e-commerce, CRM, sistemi di loyalty, ecc.);
  • attività di comunicazione e di promozione on line ed off line.

“Le opere murarie non possono superare il 40% del totale delle spese ammesse alle agevolazioni, salvo che non si intervenga per abbattere le barriere architettoniche nel qual caso si può giungere al 60% del totale della spesa”.

“Le spese di natura professionale non possono superare il 5 % del totale, mentre quelle per il software non possono superare il 25% del totale e quelle per i servizi reali alle imprese il 30% del totale della spesa”.

“Ma la Giunta della Regione Campania non si è limitata a mettere in campo questa misura specifica per il settore turistico, avendo previsto anche uno stanziamento di 200 milioni di euro, provenienti da fondi della programmazione 2014-2020, che sono stati riprogrammati per sostenere gli investimenti post Covid sia delle imprese che dei professionisti”.
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