INVESTIRE AL SUD CONVIENE ANCHE CON L’AVVENTO DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
Giuseppe Montuori * 18 Luglio 2024Lo scorso 15 aprile, per la prima volta in Italia, è stata celebrata la “Giornata Nazionale del Made in Italy”, istituita dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per far risaltare al meglio ed incentivare le eccellenze italiane in tutto il mondo. “Un'occasione importante per evidenziare l'eccellenza, la creatività e l'ingegno che contraddistinguono i prodotti italiani nel mondo e per ispirare e coinvolgere le nuove generazioni alle professioni tipiche che ne sono a fondamento. Dalla moda al design, dal cibo all'arte, il Made in Italy rappresenta il meglio del nostro saper fare……….” (Adolfo Urso).
Quando si parla di creatività e ingegno, la mente va subito al genio italiano per antonomasia, il grande Leonardo Da Vinci, non a caso anch’egli ha avuto i natali il 15 aprile del 1452 in quel di Anchiano, frazione del comune di Vinci, appartenente alla città metropolitana di Firenze. Nel corso della giornata, un dato in particolare ha attirato l’attenzione di tutti: nel 2023, le regioni del mezzogiorno hanno fatto registrare un valore dell’export di circa 68 miliardi di euri, con un incremento di oltre due punti percentuali rispetto all’anno 2022. Nello stesso periodo le nostre esportazioni hanno superato le importazioni, con un saldo commerciale positivo di oltre 110 miliardi di euri. L’occupazione ha fatto registrare un aumento nel meridione rispetto al centro/nord e, di contro, anche la disoccupazione ha conosciuto una lieve diminuzione.
Puntando su innovazione e produzione intelligente (uso sagace, ingegnoso, accorto dei dati forniti dalle nuove tecnologie informatiche di alto livello), si crea una sorta di dialogo tra macchinari/apparecchiature di nuova generazione che consentono di progettare, realizzare, cambiare e spedire nuovi prodotti in tempi record. L’industria delle regioni peninsulari/insulari ha intrapreso un nuovo modello di specializzazione settoriale nei vari ambiti strategici dell’economia, quali quella manifatturiera, aerospaziale/bio-farmaceutica, alimentare e dell’abbigliamento.
Ma c’è un elemento importante che non va tralasciato, vale a dire l’interconnessione tra le aziende del sud con quelle del nord. Infatti, spesso, le attività produttive meridionali funzionano anche come subfornitori delle aziende nazionali, per cui da una analisi SRM (Studi e Ricerche per il Mezzogiorno), è stato possibile determinare che per ogni euro che dal Sud esce fuori del territorio nazionale, se ne aggiungono 1,3 destinati al resto del Paese. Motivo per cui investire e agevolare lo sviluppo industriale nel meridione, indirettamente, consente un maggior impatto economico all’intero territorio nazionale. In tutto ciò un ruolo determinante/trainante lo sta svolgendo il turismo, in tale contesto il mezzogiorno (isole comprese), sono le mete preferite non solo degli italiani e, a tal uopo, ad un 2023 da record, fa eco un 2024 dalle aspettative ancor più rosee. Infatti i recenti dati di crescita del Pil (1,3%) stilati dall’Istat, risentono molto dell’andamento assai favorevole dell’intero indotto turistico e, per il Presidente di Confcommercio Imprese per l'Italia (Carlo Sangalli) “ …si intravede la possibilità di registrare i numeri migliori di sempre… ”. Alla stregua dei fatti finora esposti emerge che il sud è oramai diventato un grande attrattore di investimenti e, naturalmente, di assunzioni . Per il ministro Lollobrigida il Mezzogiorno: “..cruciale per il “Piano Mattei.., è destinato a diventare il trait d’union tra il nord Africa e l’Europa...”. “Le scuole e le università meridionali dovranno essere un punto di riferimento per coloro i quali popolano l’altra sponda del Mediterraneo. Mai come adesso, il Sud dell’Italia è stato messo nelle condizioni di fare passi importanti sul tema dello sviluppo, anche in proiezione del nuovo accordo firmato con l’Algeria in materia Agroalimentare, il quale sempre in attuazione del piano Mattei prevede la fornitura di mezzi e servizi per lo sviluppo del paese del nord Africa (Patrizio Bianchi già ministro dell’Istruzione nel governo Draghi), secondo molti addetti ai lavori, tale accordo, offrirà importanti opportunità non solo in materia di sviluppo ma sarà utile anche per arginare il fenomeno dell’immigrazione. Ritornando alle tante opportunità messe in campo dal governo della Premier G. Meloni, per indurre gli investitori ad impiegare i loro capitali al Sud, ne ricordiamo alcuni, ad esempio quelle in ambito PNRR, in ambito dei Fondi strutturali europei, Fondi nazionali per la coesione e Fondo sviluppo e coesione, Fondi ordinari UE, Sviluppo e coesione, Maxi decontribuzione (con uno sconto del 120% sul costo del lavoro per assunzioni a tempo indeterminato, che può salire fino al 130%), Resto al Sud 2.0 (per incoraggiare i giovani a fare impresa nel mezzogiorno ed è riservato agli under 35), ZES Unica con a disposizione 1,8 mld di euri di crediti d’imposta per nuovi investimenti, Assunzioni Zes (con esonero contributivo totale per due anni a favore di chi assume persone disoccupate da almeno 24 mesi e siano over 35…), Decontribuzione Sud (per sostenere l’occupazione delle Imprese al Sud, con scadenza 30 giugno ma il governo sta lavorando ad una eventuale proroga), Contratti di Sviluppo (ulteriori interventi pubblici a favore dello sviluppo di imprese ubicate al Sud). Senza pericolo di essere smentiti, si può affermare che in nessuna altra zona sia italiana che europea è conveniente investire, come lo è oggi nel Sud dell’Italia, questo naturalmente grazie all’operato del Governo centrale che ha saputo convincere l’UE della bontà dell’intero pacchetto a favore del Mezzogiorno d’Italia.
Adesso la palla passa ai governanti locali (Regionali, Comunali, ecc.), nella speranza che con sagacia e diligenza del buon padre di famiglia, sappiano sfruttare al meglio tutte queste occasioni in precedenza evidenziate, soprattutto in caso di un (assai) probabile avvento nel sistema Italia della Autonomia differenziata (Il DDL è stato approvato in via definitiva dalla Camera il 19 giugno 2024), perché a conti fatti, mai al sud erano state offerte tutte queste opportunità che, adesso, vanno capitalizzate al meglio nell’interesse dell’intero Paese, perché è utile ricordare che si vince remando tutti nella stessa direzione ma, soprattutto, restando uniti, senza guerre di partito. Non a caso chi oggi si dice contrario al DDL di recente approvato, in passato si dichiarava favorevole all’autonomia regionale, vedi il governatore della Toscana Eugenio Giani, piuttosto che l’attuale capogruppo Pd al Senato Francesco Boccia che durante il Conte 2, in qualità di ministro agli Affari regionali propose analoga legge. Ma ci sono altri esponenti della sinistra che, tempo addietro, si dichiaravano disposti ad una forma di autonomia della specie.
Nel 2017, durante il governo di centrosinistra guidato da Gentiloni, l’attuale presidente del Pd (Stefano Bonaccini) si unì ai governatori delle maggiori regioni del nord (Veneto e Lombardia) nel chiedere la concessione di maggiori poteri regionali in 15 diverse materie, ci fu addirittura una sorta di pre-intesa. Tuttavia, allo stato, riesce difficile comprendere il perché del dietrofront della sinistra che, nella fattispecie, rinnega il suo passato, non vorremmo si trattasse di un NO a prescindere. In tale contesto il prof. Sabino Cassese, giudice emerito della Corte Costituzionale, in una recente intervista, ha dichiarato: “..Le regioni che hanno più muscoli nelle gambe correranno, quelle che ne hanno di meno andranno più lentamente ma questo potrà essere uno stimolo per le regioni che vanno più lentamente per esercitare i propri muscoli“.
Sempre secondo il costituzionalista .. “L’autonomia unirà di più l’Italia, la sinistra faccia mea culpa…”. Infine, vale la pena soggiungere che, la Camera, in dirittura d’arrivo, ha approvato alcuni ordini del giorno mirati ad un maggior funzionamento dell’Autonomia , a garanzia di diritti e solidarietà sociale. Ad ogni modo, appare opportuno mettere da parte eventuali interessi di partito ed adoperarsi tutti per il buon funzionamento della locomotiva “Italia”, senza cullarsi sugli allori di un sud che ha intrapreso un passo più veloce perché riforme, risorse e nuovi progetti sono la base di futuri e maggiori successi.
* (Dottore in Scienze della Pubblica Amministrazione)