L'internazionalizzazione delle università italiane fa un salto di qualità attraverso l'esperienza di Michele Giannone

Valentina Soviero 22 Dicembre 2023
L'internazionalizzazione delle università italiane fa un salto di qualità attraverso l'esperienza di Michele Giannone

Michele Giannone, professionista di origine palmese. Docente universitario e project manager che gira il mondo per accompagnare formazione e competenza – attraverso le partnership con le università italiane – anche nei territori in cui non è garantita l’istruzione, a causa di costi troppo elevati o per ragioni logistiche. Giannone viene chiamato dieci anni fa dal sistema universitario italiano per avviare progetti di internazionalizzazione per lo scambio di studenti e programmi formativi.

Partiamo da lontano, da Palma Campania, per diventare portavoce dei vantaggi che guidano le università italiane.

L’estensione delle istituzioni accademiche oltre i confini nazionali può portare a tanti vantaggi, tra cui la promozione della cultura italiana e la creazione di ponti comunicativi tra diverse regioni del mondo. L’università telematica consente agli studenti di fare tante esperienze all’estero, di confrontarsi con lingue e culture diverse, di essere guidati verso il mondo del lavoro con più libertà e acquisendo competenze che li aiuteranno nella vita. Questo ovviamente richiede una pianificazione attenta e un approccio strategico per garantire un successo a lungo termine.

Negli ultimi anni c’è stata una forte accelerazione sulla didattica a distanza, riguardo anche alle università telematiche. Perché secondo l’esperienza da voi maturata c’è stato questo sviluppo?

È stata un’accelerazione dettata soprattutto dal bisogno. La Pandemia ha avuto un forte impatto e ha creato nuovi sviluppi. Le università telematiche nascono e offrono un servizio qualificato agli studenti lavoratori che si possono collegare a qualunque ora del giorno per seguire i corsi. Rispetto al periodo di prepandemia il numero di studenti che sceglievano la telematica è raddoppiato. Si stanno iscrivendo molti giovani, circa il 70\75% di studenti lavoratori.



Attualmente di cosa vi state occupando?

Sto lavorando su un progetto ambizioso di internazionalizzazione per le università italiane: University Link Italy, che linkerà le università italiane che vogliono stabilirsi all'estero e orienterà le università extra europee che intendono venire in Europa, attraverso l'Italia. Le nazioni di interesse del progetto sono i paesi del Medio Oriente, India e i continenti dell'Africa e Sud America, dove sono presenti 6 milioni di italiani. Negli ultimi due mesi ho fatto incontri istituzionali al Cairo e a Teheran e inizierò il 2024 ritornando proprio in Iran. A febbraio inizierò una rood maps di incontri con chi intende investire nel settore “Education”, avvicinandoli al connubio con le università che vogliono affrontare questa sfida internazionale.

Altra importante attività è quella che interessa la premiazione dell’Ateneo romano delle eccellenze. Di cosa si tratta nello specifico?

Mi occupo anche di questo in ambito universitario e a livello internazionale. Grazie al corso che tengo, all’Università Unitelma Sapienza, in security manager, vigilanza, investigazione, credito e informazioni commerciali, premiamo le personalità che si distinguono. Di recente anche molti giovani dirigenti italiani. La vera novità è stata introdurre il soggetto universitario in maniera americana, dando la possibilità ad una certa categoria sociale di studiare e formarsi attraverso lo scambio internazionale.

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