LA LIBRERIA E LA MACEDONIA DI FRUTTA

P. Gerardo Santella 21 Dicembre 2022
LA LIBRERIA E LA MACEDONIA DI FRUTTA

Possiedo una vasta libreria, composta di numerosi scaffali, in cui sono collocati circa seimila libri di vari argomenti: letteratura latina, greca, poesia, linguistica, storia, filosofia, pedagogia, sociologia, psicologia, mass media, cinema, teatro, fotografia, arte, geografia, viaggi, gialli, fantascienza, storia locale.

Dicendo “possiedo” parlo di me stesso e nei righi in cui li descrivo, ho seguito, nell’elencare gli argomenti dei miei libri, la regola che prescrive di separare con una virgola una serie di oggetti che si susseguono uno dopo l’altro.

Ma se avessi eliminato tutte le virgole avrei commesso un errore? Non necessariamente. Dipende dall’immagine e dal senso che voglio dare all’immagine mentale della mia libreria.

Ma prima della spiegazione, una breve attesa, e leggete anche quest’altro esempio, che riguarda un’attività che svolgo, talvolta, in cucina.

Soprattutto in estate mi piace spesso preparare una fresca macedonia, da consumare a pranzo e a cena, attingendo alla grande varietà di frutta che offre la stagione. E così, dopo averli tagliati, verso in un’ampia zuppiera, in cui ho spremuto il succo di due limoni, pezzi di albicocche prugne uva mele banane anguria fichi d’india banane kiwi.

Come vedete, stavolta non ho inserito la virgola tra il nome di un frutto e un altro. E aggiungo che qui, se avessi messo le virgole, avrei dato una immagine errata dell’insieme.

Ecco il mio semplice chiarimento, a partire da questo secondo esempio. La virgola implica separazione, distinzione tra una cosa e l’altra, ma in una macedonia i vari pezzi di frutta non sono disposti uno accanto al’altro a secondo del genere di appartenenza, ma la loro caratteristica è di essere mescolati e gustati tutti insieme in una combinazione casuale di sapori. E allora come si fa a mettere una virgola che separi ciò che è mescolato tutto insieme?

Torniamo alla libreria. Le virgole, che separano i vari argomenti, vanno bene se io sono uno ordinato, che ha disposto i suoi libri sugli scaffali, dividendoli secondo la materia trattata. Ma se fossi un disordinato, se, dopo averli letto, accumulassi i miei libri alla rinfusa, uno accanto o sopra l’altro, così come viene? In questo caso quale utilità avrebbero le virgole che distinguono le varie materie dei libri una dall’altra?

E c’è di più. Mettete che questo brano fosse l’incipit di un romanzo e che l’io narrante fosse il protagonista della storia. Ebbene, il lettore, a secondo che la sequenza presenti o meno le virgole, si fa subito una idea del personaggio: un uomo ordinato o disordinato, attento o sciatto, pratico o incurante, scrupoloso o indifferente.

La virgola, come vedete, non indica solo una semplice pausa, ma è carica di valori e funzioni, non esclusa, come nel secondo esempio analizzato, quella semantica.

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