Libri da leggere per capire l'Afghanistan
Geltrude Vollaro 28 Agosto 2021“Ben oltre le idee di giusto e di sbagliato c’è un campo. Ti aspetterò laggiù”
Jalaluddin Rumi
I talebani riportano l’orologio della storia indietro di vent’anni
La vita di donne, uomini e bambini è cambiata nel giro di poche ore con il ritorno al potere dei talebani.
La letteratura e i grandi scrittori possono aiutarci a capire questa realtà così lontana da noi, dal nostro modo di pensare, dalla nostra quotidianità accompagnandoci in questo Paese dell’Asia centrale.
Raccontare l’Afghanistan attraverso storie di vite inventate o semplicemente raccontate è la giusta via per fare arrivare nel nostro mondo il loro.
Il cacciatore di aquiloni
di Khaled Hosseini
Questo romanzo da cui è stato tratto il film ci trasporta nella Kabul degli anni novanta. Una città violenta, un paese dilaniato dalla guerra, dove la bellezza è contro la Legge e le donne sono invisibili. E’la storia di una grande amicizia quella raccontata da questo romanzo, la storia di Amir e Hassan, amici inseparabili che fanno volare aquiloni fino a quando il loro destino li divide. E’un romanzo che tocca l’anima.
Buskashì
di Gino Strada
Questo libro è un diario di viaggio scritto dal fondatore di Emergency.
Inizia il 9 settembre del 2001, proprio due giorni prima dell’attacco alle Torri gemelle di New York.
Testimonianza di guerra raccontata da un reporter in prima linea che si addentra per le vie della capitale, che fa vivere al lettore la conquista di Kabul e la sconfitta dei talebani.
Sotto il burqa
di Deborah Elli
Parvana è una ragazzina di undici anni che vive in Afghanistan durante il dominio dei talebani.
Le donne e le ragazze non possono uscire di casa se non sono scortate da un uomo e sono obbligate ad indossare il burqa per coprire tutto il corpo compresa la testa. Parvana si ribella a modo suo vestendosi da ragazzo e andando a lavorare per mantenere la sua famiglia. Parvana incarna la libertà gridata da tante ragazze afgane costrette a rendersi invisibili per la dittatura di un regime che non considera la donna come essere umano, ma come proprietà.