MARCO POLO: UN VIAGGIO PIENO DI MERAVIGLIE, A 700 ANNI DALLA SUA MORTE

P. Gerardo Santella 23 Gennaio 2024
MARCO POLO: UN VIAGGIO PIENO DI MERAVIGLIE, A 700 ANNI DALLA SUA MORTE

Viaggiatore, mercante, scrittore, nato a Venezia nel 1254, a 17 anni con il padre Niccolò e lo zio Matteo fa un viaggio in Asia, dove si guadagna la fiducia del Gran Khan, signore del Catai (l’odierna Cina), che gli affida importanti missioni in province anche remote del suo impero. Tornato a Venezia nel 1295, partecipa alla battaglia di Curzola, dove viene catturato dai genovesi. In carcere detta al letterato Rustichello da Pisa il racconto dei suoi viaggi in regioni ancora sconosciute agli europei. Eccovi alcune curiosità.

Il Milione

Il titolo del libro del viaggio di Marco Polo nel Catai non si riferisce né alla sua ricchezza né a un nomignolo affibbiatogli dai veneziani per beffa di tutti i milioni vantati nei suoi racconti. Si tratta, più semplicemente, di una aferesi del nome Emilione, diminutivo di Emilio, usato per distinguere il ramo dei Polo cui apparteneva il viaggiatore, dagli altri della medesima famiglia.

Lucente luna

La figlia del re tartaro Caidu, di nome Aigiaruc, “stella lucente”, alta e corpulenta come una gigantessa, era così forte che in tutto il regno nessuno poteva vincerla. Il padre voleva che si sposasse, ma lei non voleva e accettò di prendere per marito solo un uomo che si mostrasse più forte di lei. Ma di tutti i giovani nobili che si presentarono nessuno riuscì nella lotta libera a farle toccare terra e ognuno dovette dare cento cavalli, tanto che la principessa ne guadagnò oltre diecimila.

La casa sugli elefanti

Quando il Gran Signore va a caccia resta sempre sopra quattro elefanti, in una bellissima camera di legno, tutta ricoperta di drappi d’oro. Gli fanno compagnia dame e baroni per fargli compagnia e divertirlo. E contempla lo spettacolo dei falchi che in volo talora riescono a prendere le gru.

Bellissime e bianchissime

Nella tribù mongola degli Ungrat vi sono donne bellissime dal corpo candido. Ogni due anni l’imperatore ne fa venire qualche centinaio tra le quali sceglie quelle per il so talamo dopo questa selezione: sono affidate alle mogli dei baroni, che se le mettono a dormire nel loro letto e ne saggiano la sanità e lee virtù. Quelle che non superano la prova rimango a corte a servire o vanno spose ai baroni.

Gli astrologhi maghi

Il Gran Kan ha presso la corte dei valenti incantatori e astrologhi, che, se piove o fa nuvolo o cattivo tempo, con la potenza del loro senno e con i loro incantesimi, allontanano dal suo palazzo ogni nube e maltempo, che se ne va da tutt’altra parte, mentre sul palazzo torna a risplendere il sole.

Solo crusca e nient’altro

I maestri buddisti conducono una vita ascetica fatta di grande astinenza: in tutta la loro vita non mangiano altro che crusca di farina insipida lasciata ammollare in acqua calda. benché non mangino altro, digiunano molti giorni all’anno.

Le monete di sale

Nel Sichuan meridionale non hanno monete coniate e risolvono il problema così: fanno bollire acque salate in padelle fino a che si condensano in pasta. Allora le mettono in forme e ottengono pezzi che fanno essiccare su pietre ben calde, diventando duri. Su di essi si appone il sigillo reale e valgono come monete.

Gli alberi di farina

Vi sono alberi grossi e alti, che sono all’interno tutti pieni di farina. Questa si raccoglie e si versa in mastelli pieni d’acqua, dove si rimesta con un bastone e, dopo averla ripulita della crusca e delle mondiglie, si utilizza per fare il pane e. la pasta.

I biscotti di pesce

Sulla costa dello Yemen tagliano il pesce a bocconcini, fanno un liquore che fa tenere quei pezzetti a modo di pasta, ne formano pani che fanno seccare al sole, poi li mettono da parte nelle loro case e ne mangiano per tutto l’anno come biscotti.

La terra miracolosa

Nell’India del Sud, la terra rossa del luogo, in cui è sepolto il corpo di San Tommaso apostolo, cura vari mali. I pellegrini la raccolgono e ne fanno una bevanda da far ingerire ai malati di terzana, di quartane e altre febbri del genere. Ed eccoli belli e guariti.

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