Marina Bruno presenta il suo nuovo progetto: “Luxanimae”
Franco Simeri 8 Aprile 2021Eccolo il nuovo progetto di Marina Bruno con Ondanueve String Quartet, formazione di grande esperienza e dalle illustri collaborazioni (Ferzan Özpetek e Paolo Sorrentino tra gli altri), e Michele Maione, percussionista evoluto, aperto all'elettronica ed alla contaminazione.
Sonorità acustiche, elettronica, vocalità spiegata, influssi ritmici popolari, testi sacri e profani, atmosfere meditative, incursioni nella musica etnica e nel barocco, fino al pop contemporaneo.
Musiche che provengono da mondi, stili, epoche, culture lontanissime. Non mancano i fattori in questo percorso musicale, frutto di un incontro a lungo cercato da tutti i protagonisti, che negli anni hanno già avuto occasione di collaborare e di conoscersi.
"Luxanimae" prova ad illuminare il momento forse più difficile degli ultimi decenni per molta parte dell'umanità, ed è figlio di dubbi, riflessioni, incertezze, aspirazioni volte a creare una linea di comunicazione con qualcosa di "superiore", una sorta di entità che possa illuminare le anime indicando la strada per il ritorno alla serenità individuale e globale.
Abbiamo incontrato Marina Bruno, particolarmente entusiasta, alla quale abbiamo chiesto di raccontarci del progetto.
Marina, come nasce l'idea di "Luxanimae"?
Nasce dal desiderio di sentirsi "vivi ed operativi". Il progetto, in cantiere già da tempo, è, in un certo senso, figlio della pandemia; è proprio grazie a questa impossibilità di "performare" dal vivo, infatti, che abbiamo fortemente voluto dare "forma" ad un primo brano per condividerlo con il pubblico, per il momento almeno virtualmente.
Tre aggettivi per definire questo progetto.
Magico. Ipnotico. Poetico.
Ci parli della collaborazione con gli Ondanueve String Quartet e Michele Maione? Come vi siete incontrati?
Con gli Ondanueve, in particolare con Andrea Esposito, ci conosciamo da tempo, ed una sorta di corteggiamento, un flirt, sono scoccati sin dall’inizio, ma non c’era mai stata l’occasione giusta per dare il via a qualcosa di più concreto. Michele Maione si può dire che l’ho visto "nascere", dato che ho avuto modo di conoscerlo e di apprezzarlo nell’ambito della musica popolare con il mitico e caro Giovanni Coffarelli e con Carlo Faiello, in diversi live. Il suo è un contributo prezioso ed importante che renderà le sonorità, grazie anche all’elettronica, ancora più accattivanti e contemporanee.
È stato facile trovare l'alchimia giusta?
É stato facilissimo! Eclettici loro, ancora più eclettica io. La simbiosi è stata naturale, ed è stato meraviglioso trovare delle anime gemelle con le quali reinterpretare brani che, tra l’altro, avevamo già in comune nei nostri repertori, musica che senti possa rappresentarti al meglio, vocalmente ed emozionalmente parlando.
È appena uscito il videoclip di una ipnotica versione del "Magnificat" di Marco Frisina, magnificamente ambientato nel Cimitero delle Fontanelle a Napoli, ci racconti quanto è stata emozionante e suggestiva la lavorazione in un ambiente così ricco di storia e mistero?
Devo assolutamente ringraziare l’Assessorato all’Istruzione, alla Cultura ed al Turismo del Comune di Napoli per questa straordinaria opportunità che ci ha offerto. Quando li contattai non immaginavo che avrebbero potuto propormi un posto così adatto. Sicuramente non cercavo una chiesa o un teatro, desideravo proprio un luogo che potesse essere in contrasto con la musica, per dare ancora più valore e significato all’opera. Non avevo mai visitato il Cimitero delle Fontanelle, il senso di pace e l’energia prepotente che mi hanno donato quel luogo, quelle "capuzzelle", quelle "anime pezzentelle", non li dimenticherò mai. È come se fossero stati il mio pubblico, ed il mio canto l’ho dedicato a loro. Quel luogo è vivo. Emana lux propria.