"Nella mia mente ho un solo progetto: mettermi sempre al servizio di chi ha bisogno" Rosa Maffettone e l'associazione Insieme si può – Sarno

Valentina Soviero 30 Aprile 2024
"Nella mia mente ho un solo progetto: mettermi sempre al servizio di chi ha bisogno" Rosa Maffettone e l'associazione Insieme si può – Sarno

Il modo in cui si parla o si tratta l’autismo non è solo una questione formale. Al contrario, influisce fortemente, da un punto di vista collettivo, sulle politiche sociali ed economiche nei confronti dell’autismo. Può favorire l’inclusione o al contrario suscitare paura e generare emarginazione. L’Associazione Insieme si può – Sarno ha affrontato queste tematiche varie volte nel corso della sua esistenza, puntando l’attenzione sulle difficoltà che riguarda tale disturbo e sugli interventi spesso insufficienti da parte delle istituzioni. Rosa Maffettone, insieme all’associazione, sta portando avanti un progetto di inclusione e solidarietà. “La nostra associazione dipende da quella razionale di Andrea e Franco, un papà con il suo ragazzo che girano il mondo e per i quali anche noi operiamo sul territorio campano, per aiutare tutti i bambini con lo spettro autistico o con altre disabilità, dando vita a tanti progetti gratuiti” – ha spiegato Rosa, insegnante di sostegno da più di 25 anni e promotrice della serata di beneficenza tenutasi nel teatro comunale di Palma Campania, lo scorso 9 aprile.



Come ti sei avvicinata a questa realtà? “Soprattutto grazie alla mia esperienza come docente. Grazie al mio lavoro, che amo appassionatamente, ho raccolto le confidenze dei genitori che spesso restano abbandonati a sé stessi perché la burocrazia per attivare la 104 ed avere l’insegnante di sostegno è troppo lunga. Inoltre l’autismo è in aumento e i neuropsichiatri sono sempre meno all’interno delle scuole. Le famiglie si trovano quindi a sostenere delle spese per fare in modo che i figli inizino quanto prima un percorso terapeutico che non è farmacologico, ma cognitivo-comportamentale e di supporto psicologico e relazionale. Quando poi ho conosciuto l’associazione Insieme di può, ho deciso subito di contribuire per aiutare queste famiglie gratuitamente”.

Come nasce l’idea del progetto di beneficenza?Nasce proprio per poter aiutare queste famiglie. Io mi sono posta tre obiettivi: vendere i biglietti per donare una cospicua somma all’associazione e infatti siamo riusciti a raccogliere ben 2875 euro in poco più di una settimana, sensibilizzare l’opinione pubblica nei riguardi di queste tematiche delicate di cui si conosce ancora poco, dare un messaggio di speranza che possa aiutare tutti a capire che se si segue il percorso giusto si possono tirare fuori le potenzialità del bambino e aiutarlo ad essere autonomo dal punto di vista personale e sociale”.





Il progetto è stato sostenuto da diverse associazioni del territorio, da tanti artisti, genitori e scuole che hanno collaborato.
È stato un successo, hanno partecipato tante realtà associative, Angeli, Giovani di Vico, ‘O Pizzone, Un Mondo Magico, Sorridi alla Vita, abbiamo avuto l’onore di ospitare l’attore Gianni Parisi che ha recitato una poesia di Ciro Villani e presentato un cortometraggio dedicato ai bambini speciali, Alvieri Maria, una ragazza dolcissima che ha contribuito a realizzare la serata, Gennaro Caliendo ha recitato un monologo scritto con il cuore da un genitore e ancora Amalia Fioretti, Antonietta Corbisiero, Gina Vitale, Life Smiles, Rossella Sangermano, Tina Di Genua. Ci tengo a ringraziarli uno per uno perché è solo attraverso l’aiuto di tutti che si riesce a creare un progetto di così grande risonanza”.



Riguardo ai fondi e agli incentivi e alle leggi sull’autonomia e integrazione dei disabili, pensi siano sufficienti?Proprio negli ultimi mesi si è verificato un episodio molto spiacevole. Al centro Neapolisanit di Ottaviano si sono interrotte le terapie per i disabili perché il governo ha fatto dei tagli alla sanità e ha tolto fondi a questo centro, garantendo dei percorsi terapeutici solo alle patologie più gravi. Molti quindi sono rimasti fuori. Per fortuna, grazie all’impegno di mamme, operatori sanitari, associazioni ed enti territoriali, i bambini hanno ripreso le terapie. Questo per dire che spesso gli aiuti mancano e anche le leggi che ci sono, dal 517 alla 104, non vengono applicate in modo rigoroso pur essendo fondamentali”.

Quali sono i vostri progetti futuri? Per ora non ho un’idea chiara di quello che sarà. Nella mia mente ho un solo progetto: mettermi sempre al servizio di chi ha bisogno, quando posso e come posso. Vedremo il futuro cosa ci riserverà”.

 

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