PADRE ARTURO E LA GRANDE PICCOLA OPERA DELLA REDENZIONE
Valentina Soviero 13 Marzo 2024Il 12 marzo si ricorda l’ordinazione sacerdotale di Padre Arturo D’Onofrio, uomo devoto e credente appassionato che ha donato la sua vita per i più bisognosi, gli emarginati, gli orfani. Ad ottant’anni dalla fondazione della sua grande Piccola Opera della Redenzione, Visciano commemora il suo padre spirituale. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dal vescovo di Nola, Mons. Francesco Marino, nella Basilica di Maria Consolatrice del Carpinello.
“È importantissimo continuare a ricordarlo – ha affermato sua Eccellenza Mons. Francesco Marino – sia per l’anniversario della sua ordinazione avvenuta 86 anni fa sia per la sua Opera con la quale trasmette ancora il suo spirito e la sua presenza, la sua attività missionaria e apostolica. Perciò ci ispiriamo a lui come Chiesa per svolgere il nostro compito di evangelizzazione e di servizio ai giovani, di amore e di educazione. Lo sguardo è rivolto a tutti perché Padre Arturo continui a ispirare il nostro essere comunità del Signore, la nostra apertura e accoglienza”.
Un esempio da seguire, un messaggio da continuare a diffondere, un impegno educativo che parte dalla sua abitazione nella cittadella della carità, dove Padre Arturo accoglieva i giovani e i bambini, ed arriva fuori, nei Villaggi del fanciullo a Marigliano, Nola, Torre Annunziata, varcando i confini del mondo intero: Guatemala, Colombia, Messico, India, Perù. Un’Opera che attraversa i confini del paese e quelli del mare, per arrivare dall’altra parte delle rive dell’Atlantico.
“Oggi vediamo cosa ha creato Padre Arturo in tutto il mondo, quello che ha fatto con il suo carisma e la sua carità – ha aggiunto il primo cittadino di Visciano, Sabatino Trinchese - in quest’anno che cade l’ottantesimo anniversario della Piccola Opera, continuiamo a ricordare il Vulcano fatto uomo, qualcuno così lo definì quando lo conobbero nella direzione dell’Oratorio San Luigi Gonzaga. Da allora si è trasferito a Visciano e ha portato questo paese sconosciuto in tutto il mondo. Nella prospettiva futura sicuramente darà tantissimo al nostro territorio e noi viscianesi abbiamo l’impegno di organizzarci e prendere tutto quello che ha lasciato il nostro Servo di Dio”.
Così potenti, i suoi insegnamenti continuato a guidare la comunità del piccolo paese del nolano attraverso Le Piccole Apostole della Redenzione, i Missionari della Divina Redenzione e l’Associazione degli Ex Allievi di Padre Arturo.
È stato prima di tutto un padre. Ho amato quest’uomo come quasi nessuno nella mia vita – ha continuato il dott. Pellegrino Gambardella, ex allievo di Padre Arturo ed ex sindaco di Visciano – infatti sono stato il suo medico curante fino alla sua morte. Lui è stato tutto per me, un supporto costante, un mio consigliere. Era una figura preponderante nel contesto della nostra comunità e del territorio intero. Era presente sempre, non trascurava niente e nessuno, gli ammalati erano il suo pensiero più importante. È stato l’emblema della bontà e della santità e questo paese se ne vanta”.
Nella stessa giornata è stato presentato un nuovo progetto. Una raccolta di testimonianze che ricordano Padre Arturo in un’antologia dal titolo Ricordo, Speranza, Impegno – Padre Arturo D’Onofrio e la Piccola Opera della Redenzione 1943 - 2023. Il presidente degli Ex Allievi di Padre Arturo, Pellegrino Gambardella, lo ha ricordato con commozione e forte partecipazione.
“Sono stato il coordinatore di questo lavoro immenso che ha coinvolto nella redazione 40 persone. Vescovi, sacerdoti, professionisti di Visciano, ex allievi, donne illustri. Ma soprattutto abbiamo a che fare con un popolo che ha avuto un rapporto straordinario con Padre Arturo. I loro scritti fanno riferimento alla loro esperienza, al battito del loro cuore, a dispetto del tempo e delle generazioni che sono passate. Questo cuore è un cuore mondiale, una storia rivoluzionaria per tutti quelli che lo hanno seguito – ha concluso il presidente dell’associazione – queste storie struggenti che leggiamo nel libro sono le vite di questi ragazzi, che lui raccoglieva per strada e salvava. Parliamo di un gigante di cui forse oggi non abbiamo ancora compreso la grandezza. Ma siamo sulla strada buona per fare tesoro di questa esperienza di vita, di questa nuova umanità, di questa spinta a impegnarsi".