Palma Campania, il dibattito sul compostaggio 'glocale' apre nuovi scenari

Diletta Iervolino 29 Settembre 2020
Palma Campania, il dibattito sul compostaggio 'glocale' apre nuovi scenari

Al Teatro Comunale di Palma Campania, si è tenuto l’altro giorno un interessante dibattito intitolato “Compostaggio glocale”, organizzato dalla Pro Loco Castello di Palma. Buona la affluenza di pubblico, nonostante i posti limitati per ottemperare alle norme anti-covid.

Una possibile soluzione fatta di piccoli passi: questo il sottotitolo del convegno, a evidenziare la visione e l’intento dell’associazione presieduta da Gianfranco Donnarumma, ovvero guardare, sì, alle cause del problema che si ripresenta di continuo (quello dei rifiuti), ma soprattutto al modo di risolvere la questione (il loro riciclo).

“Ricomparso negli ultimi mesi, il tema della gestione dei rifiuti organici – ha affermato lo stesso Gianfranco Donnarumma – è così vasto da non riuscire a coprirlo nella sua ampiezza con un singolo incontro, ma la nostra finalità è stata quella di offrire un servizio di informazione alla comunità, di stimolare una presa di coscienza nel singolo cittadino che conferisce la frazione organica, e cioè che il nostro umido non viene smaltito dietro l’angolo, bensì altrove, il che comporta l’ulteriore problema dell’impatto ambientale. Convinti che le sorti di un paese dipendano anche dai cittadini e auspicando a un’interazione tra questi ultimi e l’amministrazione, con questo convegno abbiamo proposto un metodo di smaltimento dell’organico in particolare – dall’impatto ambientale quasi pari a zero – e cioè il compostaggio locale”.

A moderare la serata, il neo consigliere dell’UNPLI Campania e socio Pro Loco Biagio Arentino, il quale ha proceduto con la presentazione degli ospiti: Maria Vittoria Picker (membro direttivo dell’A.I.C. - Associazione Italiana Compostaggio), Luigi Barbati (Presidente UNPLI Napoli – Unione Nazionale Proloco d’Italia) e Nello Donnarumma (Sindaco di Palma Campania).

La dottoressa Picker, dopo aver spiegato cosa è l’A.I.C. e quali sono i principi dell’associazione, si è addentrata nella questione dello smaltimento dei rifiuti, evidenziando fin da subito che al Sud la percentuale di organico è del 35% (più alta rispetto al Nord), che rappresenta la frazione più importante e difficile da trattare e trasportare, che può stare in stoccaggio massimo per 72 ore e i cui costi coprono più del 50% della TARI.

Ormai famose le tre R in tema di rifiuti, ovvero Riduci – Riutilizza – Ricicla, Picker ne ha aggiunta un’altra, ovvero Recupera, riferendosi alla possibilità di trarre energia dal rifiuto organico in seguito alla sua fermentazione in appositi impianti. Dopo un excursus sugli aspetti della normativa ambientale riguardanti il compostaggio, la dottoressa è passata a esporne le varie tipologie: quella elettromeccanica (con una tempistica più ridotta, di 90 giorni) e quella statica naturale (che invece impiega 6 mesi), entrambe finalizzate all’ottenimento di fertilizzante dal compost, al quale viene unita una parte cosiddetta strutturante (pellet, terriccio o sfalci di manutenzione pubblica), un rifiuto verde grazie al quale vanno a unirsi una parte azotata e una carbonica così da ottenere la maturazione della materia: un compost di grande qualità (soprattutto quello derivato dalle piccole macchine), sicuro dal punto di vista sanitario, viste le temperature raggiunte, e con componenti microbiologiche tali da rendere il suolo molto più fertile.

Le due tipologie di compostaggio menzionate, possono essere praticate secondo varie forme: in grandi o piccoli impianti industriali o in maniera autonoma: quest’ultima è rappresentata dall’auto-compostaggio detto anche compostaggio domestico.

Ma le forme su cui Picker ha posto particolare attenzione sono state il compostaggio locale (svolto da terzi che hanno le autorizzazioni a rivendere il compost risultato, con un ritorno economico, dunque) e il compostaggio di comunità (organismi collettivi che trattano il proprio organico e utilizzano il proprio compost, dunque una filiera corta senza scopi di lucro).

Come evidenziato dalla dottoressa, la pratica del compostaggio di comunità sta negli ultimi anni interessando molti Comuni, intenzionati a praticare un modello ecosostenibile ma anche ad abbattere i costi di gestione trattamento e trasporto della frazione umida al di fuori del proprio territorio, riducendo così la tariffa relativa ai rifiuti. Le macchine destinate al compostaggio attualmente permettono di tenere sotto controllo tutti i parametri e apportare eventuali correzioni, oltre a trattenere gli odori grazie all’apposizione di biofiltri.

È importante, secondo Picker, cercare di garantirsi un’autonomia dalle grandi strutture, giungere alla consapevolezza che le risorse sono limitate e che con piccoli gesti si può mettere in atto un’economia circolare.

La dottoressa ha precisato che l’argomento rifiuti è causa di paure e malcontenti un po’ ovunque, ma anche che è necessario iniziare a capire e migliorare il loro trattamento, gestirli in maniera autosufficiente, motivare la cittadinanza rendendola attiva e ambire a una resilienza dell’intero territorio.

Il presidente Barbati ha mostrato pieno sostegno alla causa, specificando quanto sia importante, in progetti del genere, partire dall’informare innanzitutto i bambini, quindi far sì che la scuola si ponga come partner fondamentale al fine di una maggiore presa di coscienza.

Avendo l’Amministrazione toccato l’argomento compostaggio, nei mesi scorsi, presentando all’assemblea A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale) la propria disponibilità per la costruzione di un impianto di compostaggio (decisione non poco discussa dalla cittadinanza palmese), la parola è passata al Sindaco Donnarumma.

Contento di aver preso parte al convegno, vista l’importante tematica, il primo cittadino ci ha tenuto a ringraziare la Pro Loco e chi è intervenuto, perché convinto che parlare di compostaggio rappresenti – a prescindere dalle volontà di questa Amministrazione – una questione di legalità. Inoltre, ha elogiato la popolazione palmese per l’impegno profuso nella raccolta differenziata, la cui percentuale negli ultimi mesi è cresciuta notevolmente (fino all’83%); tuttavia al tempo stesso ha ritenuto importante evidenziare la triste inutilità di una raccolta differenziata ben fatta se non si entra nell’ottica di chiudere realmente il ciclo dei rifiuti.

A tale scopo, il compostaggio secondo Donnarumma non rappresenta una delle soluzioni, bensì La soluzione: alzare il livello di riciclaggio presuppone inevitabilmente un aumento della componente organica, per la quale al momento paghiamo ben 210 euro a tonnellata al fine di smaltirla. Dunque, secondo il primo cittadino, è necessario un ripensamento della sua gestione.

Il sindaco ha espresso un totale accordo in tal senso verso i discorsi dell’esperta in materia (Picker), tuttavia si è detto convinto che soluzioni quali il compostaggio domestico e di comunità possano essere adatte a piccoli paesi con meno di 5mila abitanti e che – seppur rappresentino ottimi espedienti – non riescono a risolvere il problema organico in maniera complessiva.

Una soluzione ottimale e necessaria, per Donnarumma, sembra essere quella di affiancare alle pratiche di carattere comunitario e domestico un piccolo impianto di compostaggio, quale potrebbe essere quello proposto dall’Amministrazione palmese e che accoglierebbe l’umido di 9 Comuni del S.A.D. (Sub Ambito Distrettuale).

Convinto che solo mediante questa integrazione si possa giungere a un completamento ottimale del ciclo, tenendo conto di un’economia di scala, il primo cittadino ha auspicato la creazione di svariati piccoli impianti al servizio di un determinato numero di Comuni.

“Solo se iniziamo a ragionare su questi temi come comunità, possiamo abbandonare il luogo comune secondo il quale dietro i rifiuti ci sia la malavita organizzata. Anzi, credo che essa si celi dietro i camion che prendono i nostri rifiuti e li portano in Veneto, rincarandone il prezzo di tre volte”, ha affermato.

Per tale motivo, il Sindaco ha più volte sostenuto che il compostaggio rappresenta, oltre che una soluzione ambientale, una questione di legalità, in qualunque forma lo si voglia declinare; un processo che non può più essere rimandato nella sua attuazione o ancora scaricato sul paese vicino secondo la sindrome da lui definita “va bene ovunque, basta che non sia nel mio comune”.

A corredare questo suo pensiero, ha posto come esempio proprio la vicenda del Comune di Palma Campania, che ha dato disponibilità per la costruzione di un impianto di compostaggio, al pari di Domicella. Quest’ultimo comune dista, rispetto al centro abitato palmese, in linea d’aria 1,5 km, mentre l’ubicazione scelta dalla precedente Amministrazione 3,3 km: lamentarsi dell’eventuale installazione di un impianto sul territorio palmese, secondo lui, appare così un controsenso, convinto che il rifiuto in sé sia da considerare come una risorsa, un’opportunità e non come un problema.

Dunque, il Sindaco ha concluso con un accorato appello, ovvero: “O decidiamo di chiudere il ciclo dei rifiuti in maniera sinergica, oppure siamo destinati alla desertificazione demografica e fisica di queste terre”.

Tanto di cappello, dunque, alla Pro Loco Castello di Palma per aver organizzato un convegno denso di contenuti e durante il quale si è potuto approfondire uno degli argomenti fondamentali per una corretta e proficua gestione dei rifiuti.

Il compostaggio si è rivelato necessario per un reale approccio ecosostenibile: d’altronde, se il simbolo internazionale del riciclaggio è rappresentato dal cosiddetto Nastro di Moebius ci sarà un motivo, ovvero che la pratica della raccolta differenziata è fondata su un cerchio dal carattere infinito e soprattutto chiuso. E che il miglior rifiuto è sempre quello che non si produce.

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