Palma Campania, il valore della libertà nel ricordo di Vincenzo Russo
Redazione 22 Giugno 2021Il valore della libertà è il tema scelto quest’anno dal Gruppo Archeologico Terra di Palma per ricordare la nascita dell’ideologo e martire Vincenzo Russo, nostro conterraneo, che partecipò alla rivoluzione per la costituzione della Repubblica Napoletana del 1799.
La manifestazione si è svolta nei pressi della casa natale di Vincenzo Russo in una bella giornata di sole con la collaborazione del Comitato Quartiere Monualdo, la partecipazione dell’assessore alla cultura Elvira Franzese e dell’assessore all’urbanistica Luigi Albano, la dirigente Maria Grazia Manzo dell’I.S.I.S. A. Rosmini e la vicedirigente Carmela Saviano dell’Istituto A. De Curtis. A tutti i presenti è stata distribuita la coccarda con i colori della Repubblica Napoletana, rosso, giallo e blu.
Il presidente del Gruppo archeologico Luigi Sorrentino ha ricordato l’importanza della manifestazione per la memoria di un rivoluzionario che non solo si è fatto promotore di ideali di libertà, ma ha lottato per la loro realizzazione, valori che vanno trasmessi alle generazioni future, le quali devono farsi testimoni attivi del suo pensiero nel vivere quotidiano.
Per tale motivo, l’Associazione quest’anno ha deciso di insignire del titolo di Alfieri i vincitori del Concorso Vincenzo Russo. I giovani studenti, sorridenti ed emozionati, hanno ricevuto la pergamena onorifica e hanno letto stralci dei Pensieri Politici di Russo.
L’assessore Elvira Franzese ha ricordato con stima e affetto la compianta Marilena Nappi, direttrice dell’Associazione, iniziatrice della valorizzazione del martire palmese e della rivalutazione del luogo di nascita. A tal proposito ha dichiarato che si sta ideando la realizzazione di una Fondazione Vincenzo Russo, che permetterà di essere ancora più operativi per la memoria storica del nostro rivoluzionario, non solo attraverso il concorso, che quest’anno sarà ispirato alla figura di Dante Alighieri, dato che il 2021 è l’anno del settecentenario della morte dell’illustre poeta.
Teresa Albano, rappresentante del Quartiere Monualdo, ha ricordato i vari momenti vissuti con Marilena per la sistemazione delle aiuole, per dare nuova vita ad un luogo letteralmente abbandonato, l’ideazione e la sistemazione della lapide, l’intervento dell’avv. Gerardo Marotta, fondatore dell’Istituto Italiano Studi Filosofici di Napoli, e i tanti bei momenti della manifestazione annuale, che si è sempre arricchita di interventi dotti, ma accessibili a tutti, posti con semplicità, per poter essere fruibili dalla moltitudine, come più volte ha indicato Marilena, per cui occorre continuare il cammino intrapreso.
La dirigente Maria Grazia Manzo ha posto l’accento sulla necessità che i ragazzi devono conoscere la storia patria, ma affinché non resti vuota teoria, i rappresentanti del nostro paese devono essere coerenti con il passato proiettandosi verso il futuro.
La vicedirigente Carmela Saviano ha espresso il suo compiacimento per essere presente alla manifestazione con gli allievi della De Curtis, sempre attenta alle sollecitazioni che vengono dalle istituzioni del territorio.
Il presidente del Gruppo Archeologico infine ha invitato a relazionare la docente presso l’Istituto di Filosofia Teoretica all’Università Federico II di Napoli, la dott.ssa Rosalia Peluso, che ha curato il libro La religione della libertà, un volume che raccoglie scritti saggistici di Lauro de Bosis, arricchito dalle lettere inedite della corrispondenza tra il de Bosis e Benedetto Croce, con una prefazione elogiata da Corrado Augias su Il Venerdì di Repubblica.
Per illustrare il complesso concetto di libertà, la studiosa è partita da considerazioni sui noti versi danteschi del primo canto del Purgatorio, libertà va cercando ch’è sì cara/come sa chi per lei vita rifiuta, con i quali Virgilio presenta Dante a Catone Uticense, morto suicida in nome della libertà, ritenendo la vita impossibile da essere vissuta quando se ne è privi.
La libertà è un cammino, come diceva Russo, è energia, e più che al singolare bisogna parlare di tante libertà, altrimenti essa resta concetto astratto, è diritto ad avere diritti, come affermava Anna Arendt, costa sacrifici conquistarla e difenderla. Si lotta per essa quando manca, come hanno fatto Vincenzo Russo, i suoi sodali e i tanti rivoluzionari, a partire dalla Rivoluzione Francese, i quali hanno compreso che una rigenerazione sociale richiedeva la lotta contro l’indigenza e l’ignoranza, per la prima volta poste in primo piano come esigenze.
Senza l’esigenza non c’è lotta per i diritti. Russo parte da una critica della società e coltiva una religione della libertà, nel senso di passione politica, avendo ben chiaro quale fosse il cammino per la soluzione della questione sociale e giungere a una palingenesi della società dal punto di vista morale, sociale, religioso, valori sempre attuali e da praticare.
Momento solenne, a chiusura della manifestazione, è stata l’apposizione ad opera dei giovani liceali di una corona d’alloro, decorata con una coccarda con i colori della Repubblica napoletana del 1799, davanti alla lapide commemorativa dedicata a Vincenzo Russo.