Palma Campania, l'appello del Volvèr Cafè Bistrot: «Restrizioni eccessive, fateci lavorare»
Redazione 21 Ottobre 2020Gli ultimi decreti del governo nazionale e della Regione Campania rischiano di mandare in crisi il settore dei Food & Bar. A Palma Campania, ad alzare un grido di protesta è Francesco Marano, titolare del Volvèr Cafè Bistrot di via Circumvallazione. E, come lui, tanti altri stanno patento i continui aggiornamenti delle ordinanze restrittive.
«Stiamo vivendo un periodo di grande sofferenza, perché da un giorno all’altro cambiano le regole in materia di prevenzione e contenimento del rischio Covid. – afferma Marano – Siamo tutti consapevoli che questo Virus sia presente e che sia pericoloso per la salute e la vita delle persone, ma penalizzare in tal modo i locali serali come il nostro ci fa sinceramente tanta rabbia. Siamo sconfortati, non sappiamo più come riuscire ad andare avanti».
Il titolare del Volvèr così prosegue: «Fin dalla prima fase della Pandemia, ad aprile, all’indomani della riapertura graduale, abbiamo rispettato tutte le regole necessarie per essere un locale accogliente e sicuro per la nostra clientela. E i nostri frequentatori hanno premiato la nostra costanza e passione che mettiamo ogni giorno nel nostro lavoro, godendo della qualità delle nostre pietanze e bevande».
Da qualche giorno, però, la situazione sembra essere cambiata radicalmente.
«Stabilire il ‘coprifuoco’ alle ore 23 è per noi un’autentica ‘mazzata’, perché la nostra clientela inizia a giungere al locale intorno alle 21:30 e tanti altri giungono, proprio tra le 23 e le 23:30. Chiudere prima significa perdere un consistente numero di frequentatori del nostro Cafè Bistrot e, per di più, chi può venire prima, adesso, a causa delle ordinanze restrittive, ha paura e ciò significa una riduzione consistente dei nostri incassi giornalieri».
Marano quindi conclude, facendo un appello alle autorità competenti: «Non capisco perché si debbano penalizzare in tal modo i locali serali. Da noi, abbiamo utilizzato tutte le precauzioni del caso, anche simpaticamente invitiamo i clienti a distanziarsi di almeno un metro, e non ci sono assembramenti o situazioni riconducibili ad una ‘movida indisciplinata’, così come viene descritta nei testi delle ordinanze. Vorrei dunque chiedere, a chi di dovere, la possibilità di avere maggiore libertà e meno cavilli per poter esercitare in serenità il nostro lavoro».
«Siamo i primi – aggiunge ancora Marano – a tenere alla nostra salute e a quella dei nostri clienti, ma di questo passo e con queste continue restrizioni, rischiamo davvero un tracollo economico irreparabile».