Passione Materica: la 'personale' di Raffaele Ferrante in esposizione al Maschio Angioino
Franco Simeri 19 Settembre 2020In questi giorni (è iniziata lo scorso 15 Settembre e sarà in esposizione fino al 6 Ottobre) presso le Sale della Corte al Maschio Angioino di Napoli si può ammirare la personale di Raffaele Ferrante, volto noto del trio comico “I ditelo Voi”. Venticinque opere, realizzate tra la fine del 2018 ed il 2020, di cui oltre la metà inedite, frutto dell’ispirazione che nasce dall’osservazione quotidiana e dalla intima perlustrazione nell’inconscio.
L’esposizione, ad ingresso gratuito, è aperta al pubblico dal lunedì al sabato dalle 8:30 alle 17. Raffaele Ferrante ama plasmare differenti materiali densi e pastosi attraverso varie tecniche. Abbiamo incontrato l'artista e ne abbiamo approfittato per fargli qualche domanda.
Quando nasce la tua passione per le arti figurative?
«La passione per l’arte c’è sempre stata. Ho preso seriamente l’impegno con me stesso circa 15 anni fa».
A chi ti ispiri?
«Mi ispiro soprattutto a Jackson Pollock, ma attingo anche al fumetto. Penso, però, di avere numerose fonti di ispirazione. Innanzitutto sono un osservatore. Per strada mi piace fissare volti e dettagli, talvolta futili, come scarpe o accessori indossati da chi incrocio. Tutto può ispirare. Lo scrittore Cristopher Isherwood diceva “io sono una macchina fotografica con l’obiettivo aperto […], accumulo impressioni. Un giorno tutto ciò dovrà essere sviluppato […]”. Ecco, questo è il mio atteggiamento nei confronti dell’ispirazione. Credo che questa tendenza all’osservazione sia inconsciamente un modo per studiare forme, colori ed ombre. Quindi prima di iniziare a lavorare ad una nuova opera, attingo al mio archivio mentale».
Osservando le tue opere si intuisce che ti piace sperimentare.
«Assolutamente sì. In questo mi sento affine a Spielberg, che ha sperimentato vari stili cinematografici. Sì, ricerco nuove strade, ma non vado oltre l’intenzione figurativa. Sperimento soprattutto l’uso dei materiali, come carta ed alluminio, polistirolo espanso anche, prediligendo materiali modellabili».
È vero che inciti coloro che vengono ad ammirare le tue opere a toccarle, per vivere un'esperienza sensoriale oltre che visiva?
«Sì, è vero. In questo brutto periodo in cui è vietato avvicinarsi, mi fa piacere che i visitatori tocchino le opere uno per volta, rispettando le norme anti Covid. Spesso chi osserva i miei quadri mi ha dichiarato di sentire la tentazione di toccare la materia che fuoriesce dalla tela. Questo rende l’interazione con l’osservatore particolarmente interessante, secondo me».
In un ideale percorso attraverso le tue opere, da quale di esse consigli di partire?
«Inizierei da una tela che ha segnato il mio modo di sentire e produrre la mia ispirazione artistica ed ha segnato il mio indirizzo stilistico. Questa opera si intitola “Punto centrale” ed è come una porta aperta sulla mia percezione artistica in quel determinato momento».
Ce n’è qualcuna a cui sei legato in maniera particolare?
«Un’opera mi è cara perché fissa “quel” momento, che prima di essere riportato, è sentito e ricercato in profondità. Quelle a cui sono più legato sono le opere che raffigurano mio figlio o mia moglie, probabilmente perché raccontano il mio amore per la famiglia. Infatti il mio laboratorio è in casa e non è chiuso in una stanza, al contrario è aperto ai componenti della mia famiglia. È così che lavoro e che mi piace lavorare».
Stai già lavorando a nuovi progetti, magari esplorando stili diversi?
«Sì, in pratica sto cercando il giusto connubio tra la pittura e la scultura. Infatti con vari materiali cerco di creare sculture che siano sempre supportate da una tela o dal legno per poi colare a piacimento la materia».
In conclusione, perché venire ad ammirare Passione Materica?
«Potrei dire che visitare il Maschio Angioino con all’interno in esposizione opere di arte contemporanea – a prescindere dalle mie opere - è un’esperienza magica. Inoltre in “Passione Materica” ci sono opere che non saranno più esposte al pubblico. È il caso, ad esempio, di “Noi”, un dipinto che si aggancia ad un momento molto particolare della mia vita e che posso riassumere con la parola desiderio. Pur esprimendo un sentimento così intimo, ho voluto esporlo perché “Passione Materica” è a Napoli. E Napoli è casa mia».
Grazie mille Raffaele e complimenti.
«Grazie a voi, un saluto a tutti i lettori de "Il Pappagallo" e vi aspetto al Maschio Angioino fino al 6 Ottobre».
"Passione Materica", un'esperienza da vivere e non lasciarsi scappare. Raffaele Ferrante ce ne dà motivo e occasione.