Pompei, il padrone e lo schiavo: eccezionale scoperta restituisce i corpi di due vittime dell'eruzione del 79 d.C.
Geltrude Vollaro 25 Novembre 2020Ritrovati intatti i resti di due vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. Si può definire una scoperta eccezionale il ritrovamento di due corpi praticamente intatti nel Parco archeologico di Pompei. Secondo la ricostruzione degli studiosi si tratta di due uomini, il padrone ed il suo schiavo, travolti e uccisi nella fuga dai vapori bollenti dell’eruzione.
Il padrone, un uomo sui quarant’anni circa, avvolto nel proprio mantello di lana, ed il suo giovane schiavo sono stati ritrovati nella villa suburbana di Civita Giuliana, a circa 700 metri a nord ovest di Pompei. Una tenuta nobiliare con decine di ambienti diversi, caratterizzata da magnifiche terrazze che guardano il golfo di Napoli e da stalle che nel 2018 hanno portato a noi i resti di tre cavalli, uno dei quali ornato da bardamenti lussuriosi e da una sella fatta di bronzo e di legno, probabilmente il cavallo di razza di un Generale.
Questa Villa, con il rinvenimento di questo cavallo, è stata chiamata Villa del Sauro Bardato ed è a tutti gli effetti importante e preziosa come la più conosciuta Villa dei Misteri. Gli scavi, qui, sono iniziati nel 1907 grazie alla volontà del Marchese Giovanni Imperiali, allora proprietario del terreno. Dopo le sue scoperte, il Marchese – senza lasciare nessuna documentazione dei suoi ritrovamenti – fece ricoprire tutto.
Attualmente, gli scavi sono sotto la supervisione della procura di Torre Annunziata e la stretta collaborazione dei Carabinieri, a sorveglianza e protezione del sito dall’opera di tombaroli, sempre pronti a trafugare reperti di storia per rivenderli al mercato nero.
Tutto è sovvenzionato dal Parco archeologico di Pompei che ha stanziato due milioni di euro. “Abbiamo avuto fortuna”, afferma il direttore Massimo Osanna, “perché il vano nel quale sono stati ritrovati i corpi dei due uomini era sfuggito sia agli scavi dei primi del Novecento, sia ai tombaroli”.
Essendo l’ambiente intatto e le condizioni favorevoli per gli archeologi, è stato possibile provare ad ottenere i calchi di gesso, utilizzando la tecnica inventata da Giuseppe Fiorelli.
“Abbiamo avvertito la presenza di vuoti nella coltre durissima di materiale piroplastico e, da lì, la sorpresa dei resti umani”, dichiara ancora il direttore. Un plauso arriva da parte del Ministro della Cultura, Dario Franceschini, che sottolinea l’importanza della scoperta per l’intero patrimonio culturale.