Pompei, la sensazionale scoperta del Termopolio: obiettivo Pasqua per l'accesso al pubblico
Geltrude Vollaro 28 Dicembre 2020Sono giorni di grande euforia a Pompei. Portato alla luce un Termopolio intatto. Grande entusiasmo per questa nuova scoperta che accende una speranza in questo periodo dove i musei restano chiusi e la cultura è silente.
A Pompei gli scavi non si sono mai fermati neanche in questi giorni di lock-down. In questi giorni è tornato alla luce quasi integro un Termopolio, una bottega di alimentari dove gli antichi romani consumavano il loro cibo da strada.
Una scoperta straordinaria. Nei Dolia, cioè i vasi in terracotta incassati nella muratura del bancone dove si conservava il cibo sono state ritrovate tracce di carne, pesce e poi di vino.
L’inizio degli scavi nella Regio V risale a due anni fa quando fu intercettato solo un lato del bancone, molto bello, con una Nereide che cavalcava un cavallo marino, senza dubbio un omaggio alla fontana antistante. Infatti, questo Termopolio si apre in una piazzetta tra le più suggestive di Pompei.
Il grande bancone ad L è decorato con affreschi talmente realistici da sembrare quasi in 3D. Un gallo, due anatre germane legate per le zampe, un cane al guinzaglio. C’è anche inciso su un lato del bancone un graffito omofobo, probabilmente un’offesa rivolta al padrone del locale.
Ci sono i resti di due persone, tra cui uno scheletro intero. Un uomo di circa cinquant’anni trovato disteso su una sorta di branda nel retro del locale probabilmente sorpreso dal crollo del locale mentre riposava, l’altra vittima invece presenta un mistero in quanto i suoi resti sono stati rinvenuti in un capiente vaso di terracotta tranne un piede ritrovato vicino al bancone.
Questo occultamento del cadavere probabilmente risale al diciassettesimo secolo, ad opera di scavatori che avevano costruito un cunicolo parallelo a questo edificio.
Questa scoperta è un vero e proprio ‘fermo immagine’ del giorno dell’eruzione, mentre i lapilli stavano piovendo da ogni dove.
L’obiettivo per Massimo Osanna, direttore generale dei Musei dello Stato, è quello di riaprire – Pandemia permettendo – già a Pasqua per fare ammirare questo Termopolio e tutto il Parco Archeologico di Pompei.
Il lavoro di squadra ha permesso a Pompei di non fermarsi. Sono state utilizzate tecniche innovative con supporto di tecnologia all’avanguardia. Un team di esperti – composto da archeologi, geologi, vulcanologi, e da un antropologo fisico, un archeobotanico e un archeozoologo – è al lavoro in laboratorio per svolgere analisi chimiche accurate per capire le abitudini alimentari degli antichi pompeiani.
Si è già appurato che il vino era corretto con le fave, che servivano a sbiancarlo e a correggerne il gusto. Inoltre, l’uso di mischiare nella stessa pietanza verdura, carne e pesce, fa ipotizzare un piatto simile ad una paella ante litteram.
Il restauro è attualmente in corso e l’interazione dal lavoro fatto sul posto insieme a quello svolto nei laboratori fa presagire ad un approfondimento sui costumi e sulle abitudini alimentari degli abitanti dell’antica Pompei.