Quann'ero piccerella: il MediTeatro di Stefania Guarracino
Redazione 10 Dicembre 2022Il giorno 7 gennaio alle ore 18:30 al Teatro Italia di Acerra andrà in scena lo spettacolo di beneficenza “Quann’ero piccerella”, a favore dell’Agop (Associazione Genitori Oncologia Pediatrica). Lo spettacolo inaugura un progetto di MediTeatro di Stefania Guarracino che vede Maria Bolignano madrina d’eccezione insieme ad altri professionisti: l’attore-regista Ottavio Bonomo, lo psicologo-musicista Alberto Grosso, l’attrice Federica Palo.
«Nello specifico – ci spiega la stessa Stefania Guarracino – la “rappresentazione” sarà un viaggio dentro di noi attraverso racconti tratti dal libro-laboratorio che dà il titolo allo spettacolo. Una rivisitazione del libro, di favole classiche, musiche e poesie per dar linfa al nostro bambino interiore che chiede di essere ascoltato con tutto sé stesso...».
Guarracino aggiunge: «Attraverso il MediTeatro si ambisce ad arricchire la Pedagogia odierna (e l’insegnamento in generale) di nuovi linguaggi e nuove intuizioni, spesso figli di quei rapidi cambiamenti, sociali e non, incorsi negli ultimi periodi culturali e storici. Un sentiero differente, eppure parallelo e integrabile a quello storico, ortodosso, disseminato di vari concetti ed idee su come la didattica possa mutare, migliorando sé stessa e la sua percezione, tanto esterna quanto interna. I concetti di (meta)linguaggio, “drammatizzazione”, comunicazione verbale e non, necessitano di continui aggiornamenti».
Arte ed insegnamento trovano terreno comune nell’edificazione di un “nuovo” modello che sfrutta la teatralità e le emozioni onde invitare, accogliere, stimolare alla cultura. Una cultura ospitante, totipotente, dinamica, proiettata verso un’inclusione sociale, psicologica, pragmatica.
«La “magia” scenica – prosegue Guarracino – offre nuovi stimoli e possibilità, crea attraverso l’immaginazione e il rappresentare e partecipare, ci consente di mettersi in gioco, ma allo stesso tempo permette ai bambini, ai preadolescenti e adolescenti di manifestare i bisogni più profondi che in altri contesti sarebbero poco tollerati, divenendo occasione per sviluppare la capacità di ascolto, per cooperare, per riconoscere i limiti e le potenzialità proprie e altrui».
Tutto ciò è potenziato, se non amplificato, dalla meditazione. Questa, infatti, aiuta le onde celebrali a sintonizzarsi sulle frequenze del benessere. Così il teatro, libero di esistere in qualunque contesto vivifico, stimola una nuova, attiva e vera osservazione che favorisce il mettersi alla prova e l’interazione dell’intero gruppo-classe e sfrutta la componente giocosa come energia. Stimola l’azione corporea e cerebrale, favorisce la produzione dei neurotrasmettitori implicati nei meccanismi di ricompensa, felicità, gratificazione (dopamina, ossitocina, serotonina, ecc.).
Aumenta la spinta creativa e l’edificazione personale ed interpersonale dando voce tanto al singolo quanto al coro, nella prospettiva di un modello in cui la cooperazione mira all’equilibrare tutti, senza mia lasciare qualcuno indietro.
Il grande Piero Angela diceva: “Cosa ce ne facciamo dei ragazzi che prendono 10, 9, 8 a scuola se non sono in grado di intervenire quando viene fatto del male ad un compagno, quando hanno delle prestazioni eccezionali ma non hanno strumenti per aiutare un loro amico e riconoscere un bisogno. Si punta troppo sulle prestazioni e troppo poco sui sentimenti, troppo egoismo e impoverimento emotivo. Un figlio deve prima diventare un uomo inteso persona con valori. Non puntiamo troppo sulle prestazioni”.
Il progetto invita a conoscere sé stessi, le proprie emozioni, il proprio corpo con i suoi movimenti ed i suoi gesti, gli insegnanti ed i genitori sono coinvolti in attività che richiedono impegno personale, ascolto e fiducia. Tra gli obiettivi del progetto l’interpretare in modo efficace situazioni di dialogo, saper utilizzare il linguaggio mimico, gestuale, motorio e musicale, saper ascoltare sé stessi e gli altri, conoscere ed usare linguaggi nuovi, alternativi, verbali e non verbali.
«Il MediTeatro – conclude Guarracino – aiuta a sviluppare il rapporto con lo spazio, la voce e l’espressività corporea, a ricreare le atmosfere attraverso il mondo emotivo e sensoriale del bambino interiore. L’attività è rivolta a docenti, adulti, bambini e ragazzi interessati alla propria crescita personale ed al miglioramento delle proprie metodologie didattiche e di relazione».
Il corso si svolgerà in otto fine settimana, con cadenza mensile, per un totale di 150 ore.