SANDWICH: DA NOBILE CONTE A PANINO IMBOTTITO

P. Gerardo Santella 5 Luglio 2023
SANDWICH: DA NOBILE CONTE A PANINO IMBOTTITO

Nella lingua può capitare che un nome proprio di persona diventi nome comune di cosa. Pensate, per fare un esempio all’inglese John Montagu, conte di Sandwich (1718-1792), passato ai posteri per nient’altro che aver battezzato una frugale vivanda.

Accanito giocatore, lasciava di malavoglia il tappeto verde per la tavola da pranzo; e perciò ordinò al suo servitore di preparargli un cibo che si potesse consumare senza fare uso di tovagliolo e forchetta e che inoltre si potesse usare con una sola mano, in modo da utilizzare l’altra per le carte da gioco.

Detto fatto: due fettine di pane imburrato con qualche alimento in mezzo. Ed ecco una vivanda che, così preparata, ebbe fortuna anche fuori dalle sale da gioco e si diffuse in tutto il mondo. Come poteva chiamarsi se non con il nome del suo inventore, sandwich? Naturalmente con l’iniziale minuscola...

Sono numerosi i nomi comuni diventati nomi propri: generalmente oggetti che prendono il nome dal loro inventore. Così Diesel è il nome dell’inventore del particolare tipo di motore, Pullman dell’ingegnere che brevettò nel 1864 la vettura tipo carrozza-letto; un dedalo richiama il mitologico Dedalo, che uscì dal labirinto di Minosse appiccicando al corpo ali che lui stesso aveva costruito; i bermuda e i bikini che si sfoggiano al mare sono chiamati così dal nome delle isole in cui comparvero la prima volta; la penna biro con cui scriviamo si rifà al nome del suo inventore ungherese.

E chi non ricorda Perpetua, la domestica di Don Abbondio, nome con cui si chiamano le donne di servizio dei parroci? E i mecenate, cicerone, venere, adone, apollo non vi richiamano nomi propri storici e mitologici entrati nella nostra lingua dove si sono stabilmente insediati, limitandosi a sostituire la maiuscola iniziale con la minuscola e talora ad acquisire per analogia un nuovo significato?

E un traditore non lo chiamiamo Giuda, come il discepolo che vendette Gesù per trenta danari? E un vecchio legato alla tradizione non lo diciamo un Matusalemme, come l’ultracentenario personaggio biblico? E per definire un percorso irto di sofferenze non ricorriamo alla parola calvario, che è il monte dove salì Cristo per essere crocifisso?

Infine, il fenomeno non riguarda solo persone, ma anche nomi propri di oggetti. Un esempio per tutti: Odissea, il poema omerico che racconta lo straordinario viaggio di ritorno dell’eroe greco Ulisse da Troia alla sua isola Itaca, tra mille difficoltà e rischi, non è diventato il nome comune da attribuire ad un viaggio che, per essere portato a termine felicemente, richiede il superamento di prove impreviste?

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