Sartoria Trinchese: l’arte del vero Made in Italy unita alla tradizione sartoriale. Gli elementi vincenti per portare l’artigianalità nel mondo
Valentina Soviero 27 Marzo 2024Una tradizione che si rinnova di generazione in generazione. Dalle mani di Giovanni Trinchese, maestro sarto, allo stile imprenditoriale e innovativo dei suoi tre eredi, Michele, Francesco e Valerio. Tutti si dedicano alla Sartoria, con mansioni differenti ma con la stessa grande passione per l’artigianalità. Una dedizione che supera qualsiasi sacrificio e un amore per questo mestiere che non conosce stanchezza. È la storia della Sartoria Trinchese che parte da Visciano e attraversa i confini, con due showroom presenti anche a Trento e a Milano, oggi divenuta fiore all’occhiello per eleganza e versatilità anche nel mondo dello spettacolo. Capi sartoriali realizzati a mano, impiegando tessuti pregiati e Made in Italy, uno stile contemporaneo per capi ben fatti.
“Come per tutte le passioni, anche la sartoria nel mio caso è venuta fuori senza cercarla molto. Di sacrifici ce ne sono stati tanti per arrivare a dei risultati significativi. Ho cominciato da ragazzino grazie ai miei zii che erano sarti e alla fine questo lavoro mi è entrato dentro senza che me ne accorgessi. Ora vivo in questo mondo e non ne conosco un altro, so che la mattina si inizia alle 6 ma non so a che ora finisco la sera – ha dichiarato Giovanni Trinchese – Ci vuole tanta passione per arrivare ad ottenere qualcosa. Ad oggi, tenendo conto dei miei 60 anni di lavoro sartoriale, penso che ho bisogno di ancora altro tempo perché c’è così tanto ancora da imparare. Non si finisce mai”.
La bottega è il luogo dove avviene la magia, dove si mischiano manualità e creatività. Quanto è importante che ogni artista abbia il suo laboratorio? “La bottega è tutto. Da qui parte ogni cosa. Qui si impara sempre qualcosa di nuovo, ci si confronta perché ognuno utilizza metodi che l’altro non conosce. Allora recepisci, apprendi, ti arricchisci, osservi. Ancora oggi, se guardo la giacca su un manichino, lei mi sgrida perché non ho fatto bene qualche cosa”.
Avendo vissuto anche i cambiamenti della moda, secondo voi qual è la differenza tra ieri e oggi nel mondo sartoriale? “Forse la vera sartoria si vedeva di più prima, per questo sta a noi mantenere vive certe tradizioni. Oggi la maggior parte dei ragazzi veste secondo degli schemi che gli vengono imposti ma la vera classe sta nell’originalità. Oggi abbiamo così tante informazioni intorno a noi che è difficile essere originali, per fortuna qualcosa di autentico c’è ancora. Ci sono ancora ragazzi che arrivano qui da noi contenti, che amano i vestiti cuciti a mano e si appassionano a questo mondo. Ovviamente ci sono tanti esempi di confezioni di vestiti fatti bene che possiamo trovare all’interno di un negozio ma nessuno di questi può battere l’imperfezione del sarto ed io sono felice quando le persone notano questa differenza”.
Cosa distingue un abito fatto in serie da uno sartoriale? “Semplice, l’abito sartoriale ti dà la possibilità di esprimere te stesso in totale libertà e di trasmettere la tua personalità, il modo in cui vuoi farti vedere. Per questo non sarà mai uguale ad un altro. Se una stessa giacca la do a dieci persone diverse, escono fuori dieci giacche diverse. Ovviamente è compito del sarto e dello stilista fare delle proposte, aiutare il cliente a far uscire fuori ciò che lui stesso vuole osare”.
“Scegliere la Sartoria significa scegliere di indossare il vestito giusto, quindi ciò che ti fa stare bene. Anche perché la vera realizzazione dell’abito è solo addosso al cliente, quando quest’ultimo lo indossa e ti sorride significa che stai facendo bene il tuo lavoro” – ha aggiunto Michele Trinchese, stilista dalla personalità coinvolgente, viva e fantasiosa che sta realizzando un lavoro di marketing e tradizionalità in collaborazione con alcuni grandi volti noti dello spettacolo e del calcio italiano, come Ciro Ferrara.
Il lavoro di Michele chiaramente va di pari passo con il lavoro di realizzazione di un capo – ha continuato il maestro, Giovanni Trinchese – Sono giorni intensi di lavoro. Si parte da un pezzo di tessuto e si comincia il taglio, si studia anche un po' di anatomia per fare uno sviluppo di taglio su una persona. Le basi ovviamente ci devono essere ma alla fine non esistono delle regole perché ognuno ha un suo modo di sviluppare un modello, una sua idea di come lo vuol far venire fuori, con che espressione realizzarlo. Non c’è macchinosità in questo lavoro, è tutto un’elaborazione creativa”.
La Sartoria Trinchese, negli anni, si è evoluta o è rimasta sempre la stessa? “Ovviamente tante cose sono cambiate, la sartoria è in continua evoluzione perché bisogna stare anche al passo con i tempi ma allo stesso momento bisogna mantenere la propria identità. Puoi cambiare il modello o cercare di raffinarlo ma quella impronta resta in modo indelebile. La mano e il sapore della Sartoria Trinchese non cambiano. Questo è fondamentale perché ci differenzia dalle altre sartorie e ci rende unici”.