Sorridi alla vita: la storia di un sogno sbocciato dal dolore e innaffiato dalla solidarietà di tanti giovani volontari

Luigi De Luca 22 Febbraio 2023
Sorridi alla vita: la storia di un sogno sbocciato dal dolore e innaffiato dalla solidarietà di tanti giovani volontari
Tè caldo e una fettina di dolce allo yogurt. Francantonio Santella, presidente di “Sorridi alla vita - Associazione di volontariato Martina Santella”, ci racconta più da vicino la nascita, gli sviluppi e le iniziative di un vero e proprio progetto di vita, accompagnati dai ricordi come fossero spartiti.  

Come nasce l’associazione “Sorridi alla vita”?
Nasce da un tragico evento, come la scomparsa di mia figlia Martina nel 2010 dopo quattro anni di malattia. Un evento “innaturale” per il quale si fa sempre più difficile trovare una ragionevole spiegazione, oltre ad un dolore che resta chiaramente incolmabile. Tuttavia, l’associazione si sta sviluppando alla grande. La nostra presenza sul territorio è davvero apprezzata per il sostegno che assiduamente diamo ai tanti bambini affetti da gravi patologie.

Il vostro maggiore impegno è quello rivolto alla donazione del sangue
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Proprio così. Quasi mensilmente, da circa 12 anni, organizziamo delle intense “giornate di sensibilizzazione” volte alla donazione del sangue, organizzando così gruppi di trenta/quaranta giovani e adulti con destinazione il Centro Trasfusionale Ospedaliero del Primo Policlinico di Napoli. E non solo: da quest’anno abbiamo ripreso anche le iscrizioni al registro donatori di midollo osseo presso il centro ADMO (Associazione Donatori di Midollo Osseo) del secondo Policlinico di Napoli, insieme a tutte le altre attività che svolgiamo sul nostro territorio.



Qual è uno dei motori che mantiene viva l’associazione?
La scuola. In particolar modo l’I.S.I.S “A. Rosmini” di Palma Campania, nel quale ho avuto il piacere di insegnare per oltre 25 anni e con il quale ho avuto modo di sviluppare progetti importanti con la ferma intenzione di esercitare e avviare i ragazzi alla solidarietà. Tutto grazie anche alle costanti concessioni dei dirigenti scolastici e degli insegnanti che ci hanno permesso di entrare nelle aule e prendere contatto direttamente con gli alunni, i quali, se ben informati attraverso le persone giuste, sono pronti all’ascolto e a rendersi disponibili per qualsiasi iniziativa.

Quella dei giovani è quindi una risposta che va anche oltre la semplice filantropia.
Io penso che, spesso, non ci rendiamo conto di quanto i giovani sentano il bisogno di toccare con mano delle realtà diverse da quelle che vivono quotidianamente. Certamente dobbiamo informarli dicendo loro la verità e accompagnarli con empatia, ponendo in loro piena fiducia. Sono tanti, in questi anni, che hanno addirittura promosso iniziative personali sostenendo poi la nostra associazione e facendosi promotori di un processo che tocca tutti gli ambiti della società. Pertanto smettiamola di dire che i ragazzi pensano al solo divertimento. Durante tutta la mia carriera scolastica ho visto in loro una vera e profonda ricerca di senso che andava anche oltre il semplice volontariato.



“Sorridi alla vita”, oltre alla scuola, tocca realtà molto più grandi. Non è così?
Certamente. Nel nostro piccolo, come associazione cerchiamo di operare sempre ad ampio respiro, consapevoli di essere una piccola realtà comunque necessaria per toccare tanti piccoli contesti. Siamo una piccola parte di un corpo che mette in campo realtà ben più grandi e che per noi diventano veri e propri esempi. Infatti, da sempre, sosteniamo Dynamo Campo, il primo camp di Terapia Ricreativa in Italia che ospita gratuitamente bambini e ragazzi affetti da patologie gravi o croniche insieme alle loro famiglie; l’AGOP di Napoli; l’AGEOP di Bologna, con sede all’interno del Reparto di Oncoematologia Pediatrica del Policlinico S. Orsola di Bologna; l’AIL attraverso la vendita delle stelle di Natale e le uova pasquali, così come l’AIRC con la vendita delle azalee. E ancora: DiamoUnaMano onlus, La casa di Matteo e A Ruota Libera, che si occupano di accogliere bambini e aiutarli ad integrarsi all’interno della società.

“La malattia oncologica pediatrica sott il profilo psicologico”. Perché la necessità di questo convegno?
Per vari motivi. Già negli anni precedenti abbiamo organizzato circa undici convegni analizzando la malattia dal punto di vista medico e sociologico. L’anno scorso, per esperienza personale e condivisa con altre famiglie nei diversi reparti, abbiamo sentito l’urgenza di focalizzare la nostra attenzione sulla fragilità che i bambini vivono durante il periodo delle cure. Non solo: la malattia porta anche i genitori a vivere delle situazioni ancora molto più difficili ed è straordinario come talvolta siano incoraggiati proprio dai loro figli. Anche Martina era solita dire che «se sei forte come uno sdrufero e sorridi ghighero, tutto si supera e si vatufera». Ci ha trasmesso tanta energia.



La stessa che traspare in tanti scritti di Martina, così come pure nella sua passione per la musica…
… e che abbiamo voluto fortemente raccontare nel cortometraggio a lei dedicato “Il mio nome è Martina” (2018), girato dal regista Francesco Maglioccola con la partecipazione di Simona capozzi, Maria Federica Petrangelo, Maurizio De Cristoforo e Giovanna Santella (sorella di Martina).

«Sorridi alla vita». Perché?
Martina scriveva che «un sorriso di un bambino che soffre non riesce a mascherare la tristezza e la malinconia dei suoi occhi» ma può, tuttavia, svelare la forza e l’amore «per sognare una nuova vita da ricominciare». Anche dalle esperienze tragiche può nascere tanta concretezza. Allora mi auguro che i soci (amici di Martina) e i numerosi volontari dell’associazione aprano sempre la porta a tutti coloro che ne hanno davvero bisogno. Soprattutto ai bambini. A partire dalle scuole, dai giovani e da chi ha il desiderio di fare del mondo un immenso prato fiorito.  
 
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