Teatro d'ira Vol. 1: il giusto equilibrio del rock per i Maneskin
Franco Simeri 27 Marzo 2021I Maneskin sono la dimostrazione di come si può fare rock in Italia senza snaturarsi, parlando comunque a tutti.
Un rock giovanile, energico, spontaneo che si evince chiaramente anche dai loro testi riflessivi e poetici. D'altronde Damiano quando canta c’ho vent’anni nell’ultima traccia del disco ci ricorda che tutto ciò che lui e gli altri tre fanno corrisponde alle esigenze della loro età.
Avere vent’anni permette di fare dischi come questo, che ha la spudoratezza che spesso manca a chi fa rock in Italia. Ai Maneskin non importa di risultare sopra le righe, si sente che sono giovanissimi e te lo sbattono in faccia.
Un disco suonato e prodotto (con Fabrizio Ferraguzzo) bene. Trasmette il feeling di un gruppo che suona dal vivo. Usano chitarra, basso e batteria per dire qualcosa su diversità, fragilità, fobie, sesso, voglia di riscatto. Sono dei vincenti che rappresentano un mondo di perdenti, come la fragile "Coraline".
"Lividi Sui Gomiti", "Nel Nome del Padre" e "La Paura del Buio" sono tra le canzoni più valide. In tutto l'album si sente che il rock è selvaggio, audace e studiato per essere tale.
"Teatro d'ira Vol. 1" è un ottimo disco di rock italiano e i Maneskin dimostrano una capacità di appeal che si rivolge in più direzioni, con buona pace dei puristi del Rock.
Tracklist
1. Zitti e buoni
2. Coraline
3. Lividi sui gomiti
4. I wanna be your slave
5. In nome del padre
6. For your love
7. Paura del buio
8. Vent’anni