Un Napoli più forte delle avversità
Simona Bosone 23 Agosto 2021Buona la prima, sì, ma non senza difficoltà. Il Napoli all’esordio in campionato passa un’ora e più nel dramma, tra espulsioni, infortuni e rigori sbagliati. Gli uomini di Spalletti, però, reagiscono con tenacia portando a casa i 3 punti: è proprio questo il segnale positivo, l’energia e la forza che gli azzurri dimostrano di fronte a situazioni complicate. Uomini trascinati da un coraggioso e mai domo capitano, Lorenzo Insigne.
Nel primo tempo il Napoli è partito lento: possesso e giro palla, ma il ritmo è sembrato blando, con il Venezia che si è subito chiuso nella propria metà campo per evitare di incassare gol nella prima parte di gara. Zanetti, tecnico dei lagunari, ha impostato la gara in questo senso, tenendo i suoi dentro al campo per poi colpire in ripartenza. Gli azzurri, complice l’amara espulsione di Osimhen, intorno al 25’ hanno arretrato il proprio raggio d’azione, continuando lo sterile giropalla in cerca di soluzioni che non sono arrivate, avendo perso il punto di riferimento in avanti. Spalletti ha ridisegnato il suo Napoli con un 4-4-1, con Politano ed Elmas - subentrato per l’infortunato Zielinski, altra perdita importante in corso di match - esterni, mentre Insigne ha giocato da attaccante, piazzandosi in mezzo alla difesa ospite.
Nella ripresa gli azzurri sono entrati con la giusta lucidità: il Napoli - incamerate le nuove direttive di Spalletti - ha giocato con maggiore vivacità e velocità, mostrando anche più qualità nel giropalla. La squadra si è alzata di diversi metri, con Koulibaly e Manolas che si sono piazzati quasi a ridosso della mediana veneta, andando a stanare il centrocampista del Venezia per recuperare palla e andare a creare degli spazi in cui giocare. Meglio anche Lobotka nel secondo tempo, quasi “nascosto” tra le maglie nere degli ospiti nella prima parte di gara. Un doppio rigore, la personalità di Insigne che, nonostante l’errore del primo si prende la responsabilità di calciare – e di trasformare poi in gol – il secondo dal dischetto, un Elmas in fiducia e il resto della squadra che si è imposta nella ripresa, hanno regalato il più dolce degli esordi a Spalletti e al mondo azzurro, in una serata che – dopo l’espulsione del nigeriano, l’infortunio di Zielinski e il rigore sbagliato – al Maradona sembrava essere partita sotto il segno della sfortuna.
Nel primo tempo il Napoli è partito lento: possesso e giro palla, ma il ritmo è sembrato blando, con il Venezia che si è subito chiuso nella propria metà campo per evitare di incassare gol nella prima parte di gara. Zanetti, tecnico dei lagunari, ha impostato la gara in questo senso, tenendo i suoi dentro al campo per poi colpire in ripartenza. Gli azzurri, complice l’amara espulsione di Osimhen, intorno al 25’ hanno arretrato il proprio raggio d’azione, continuando lo sterile giropalla in cerca di soluzioni che non sono arrivate, avendo perso il punto di riferimento in avanti. Spalletti ha ridisegnato il suo Napoli con un 4-4-1, con Politano ed Elmas - subentrato per l’infortunato Zielinski, altra perdita importante in corso di match - esterni, mentre Insigne ha giocato da attaccante, piazzandosi in mezzo alla difesa ospite.
Nella ripresa gli azzurri sono entrati con la giusta lucidità: il Napoli - incamerate le nuove direttive di Spalletti - ha giocato con maggiore vivacità e velocità, mostrando anche più qualità nel giropalla. La squadra si è alzata di diversi metri, con Koulibaly e Manolas che si sono piazzati quasi a ridosso della mediana veneta, andando a stanare il centrocampista del Venezia per recuperare palla e andare a creare degli spazi in cui giocare. Meglio anche Lobotka nel secondo tempo, quasi “nascosto” tra le maglie nere degli ospiti nella prima parte di gara. Un doppio rigore, la personalità di Insigne che, nonostante l’errore del primo si prende la responsabilità di calciare – e di trasformare poi in gol – il secondo dal dischetto, un Elmas in fiducia e il resto della squadra che si è imposta nella ripresa, hanno regalato il più dolce degli esordi a Spalletti e al mondo azzurro, in una serata che – dopo l’espulsione del nigeriano, l’infortunio di Zielinski e il rigore sbagliato – al Maradona sembrava essere partita sotto il segno della sfortuna.
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