Venticinque anni fa moriva Bettino Craxi

Giuseppe Montuori * 20 Gennaio 2025
Venticinque anni fa moriva Bettino Craxi

Il 15 agosto 1892 nasceva a Genova il più antico partito politico del nostro Paese, il Partito Socialista Italiano (PSI). I socialisti dopo l’espulsione dei partiti di sinistra dal governo nel 1948, avevano fatto fronte comune con il Partito Comunista Italiano (PCI).

Dalla prima metà degli anni Sessanta, il PSI approdava nei governi di centro sinistra basati sull’alleanza fra democristiani e socialisti, nel tentativo di isolare politicamente il PCI (strettamente legato all’Unione Sovietica), soprattutto dopo la condanna dell’invasione sovietica dell’Ungheria nel 1956.

La fine degli anni ’70 apriva le porte ad una nuova leadership in seno al PSI, quella di Benedetto Craxi, detto Bettino. Egli evidenziò subito le sue grandi capacità politiche, esternando di essere tutt'altro che un semplice "segretario di passaggio". Iniziava quindi negli anni ’80 una fase di collaborazione con la Democrazia Cristiana (DC).

Intanto in un turbine di eventi che avrebbero condotto alla destabilizzazione del sistema politico e istituzionale italiano, iniziava a Milano la stagione di “Mani pulite”, con la magistratura che indagava su fatti di corruzione e tangenti di politici e imprenditori.

Gli avvenimenti successivi a tali eventi portarono nei primi anni ’90 alla fine del PSI ma, soprattutto, del suo leader; in maniera triste ed amara si poneva termine alla storia del più antico e per molti decenni glorioso partito politico italiano.

Nel frattempo, Bettino Craxi era fuggito in Tunisia. “Su Bettino Craxi l’Italia comincia a interrogarsi: con un po' di senso di colpa. Fu indubbiamente un grande statista. E certamente fu coinvolto da quel malcostume politico che permeava la prima Repubblica. Anche se è oramai palese che lui pagò per molti, se non per tutti. Ora la domanda è: su di lui si concentrarono i normali e giusti controlli di una magistratura impegnata a far trionfare la giustizia, oppure ci fu un’operazione premeditata per determinare la sua fine e quella del suo mondo ad ogni costo?” (Bettino Craxi, Una storia tutta italiana - di Enzo Catania).

A tal uopo, si inserisce la dichiarazione di uno dei magistrati milanesi … “Tangentopoli fu un colpo di Stato, la rivelazione del Pm Gherardo Colombo del pool di Mani Pulite” (Piero Sansonetti ne Il Riformista - Aprile 2023).

Nel corso degli anni, molte sono state le testimonianze nei confronti dell’ex leader e politico lombardo. Nel cimitero di Hammamet, nel ricordare lo statista scomparso, l’ex Presidente del Senato, Marcello Pera, pronunciò le seguenti parole: “Craxi è patrimonio della sinistra e quindi della Repubblica. Egli serve a unire e pacificare la memoria degli italiani” (Tg3 Rai 01/2004).

Nicolò Amato, ex avvocato del premier e leader socialista, già direttore del Dap nonché autorevole magistrato, confessa di passare ancora “notti insonni” al pensiero di come Craxi fu condannato, “senza prove, solo perché non poteva non sapere”.

Craxi fu vittima di un’operazione giudiziaria e mediatica volta a scardinare, all’inizio degli anni Novanta, il sistema dei partiti della prima Repubblica” (Renato Brunetta). Qualcun altro ha detto “Craxi vittima sacrificale del giustizialismo di Stato”.

A venticinque anni dalla morte dell’ex leader socialista (19.01.2000 Hammamet), il vicepremier e Ministro degli Esteri, Antonio Tajani e il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, si sono recati ad Hammamet (nel cimitero cristiano) per ricordare Craxi.

Per Antonio Tajani, “È stato uno dei grandi politici e anche uno dei grandi protagonisti della politica estera. L'Italia ha avuto Andreotti, Craxi e Berlusconi come grandi strateghi della politica estera italiana, che hanno permesso all'Italia di contare nel mondo”.

Infine per il Capo dello Stato “Bettino Craxi è stata una personalità rilevante degli ultimi decenni del Novecento italiano, … Interprete autorevole della nostra politica estera europea, atlantica, mediterranea sostenitrice dello sviluppo dei Paesi più svantaggiati, aperta al multilateralismo”, ha detto ancora Mattarella, “lungo queste direttrici ha affrontato passaggi difficili, rafforzando identità e valore della posizione italiana …”.

Per un grande Paese come il nostro, il passato fa parte della storia e, per questo, va ricordato con accuratezza e responsabilità evitando giudizi sommari.

* (Dottore in Scienze della Pubblica Amministrazione) 

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