VISCIANO, IL PREMIO GIORNALISTICO GIUNGE ALLA SUA SECONDA EDIZIONE
Valentina Soviero 29 Settembre 2023Si apre la seconda edizione del Premio Giornalistico Carpine Visciano. Una fucina di idee e tematiche sociali, politiche, giuridiche. Un luogo, quello della Chiesa di San Sebastiano, che vede la gradita partecipazione di giornalisti e professionisti del settore e non solo, qui si incontrano dialogo e collaborazione tra associazionismo e istituzioni che diventa trampolino di diffusione culturale orientata alla solidarietà.
È attraverso il messaggio e l’esempio di Padre Arturo D’Onofrio infatti che si sviluppa il Premio Carpine. Una vita spesa per i deboli e gli emarginati, per i bambini e i bisognosi. Così il premio giornalistico diventa l’occasione per abbattere il muro dell’indifferenza e parlare dei temi che più stanno a cuore alla piccola comunità viscianese che trae ispirazione dal suo Servo di Dio.
Un paese agricolo che conserva i valori della bontà, immerso nel verde, coinvolto e interessato al patrimonio intellettuale, all’esperienza, alla conoscenza, al confronto e alla relazione con l’altro. Attraverso il patrocinio della Città Metropolitana di Napoli, l’ordine dei giornalisti della Campania, il Comune di Visciano, Unpli Napoli, la Pro Loco e Radio Carpine, Visciano diventa città d’informazione e promozione del territorio che si sviluppa attraverso il Giornalismo.
“Il luogo migliore per curare i malesseri dell’anima” – cosi l’ha definito il Dott. Giuseppe Galdi, psichiatra specializzato nella cura dei pazienti aiutati nei percorsi di cura e riabilitazione psicosociale. Intervenuto nella prima serata del festival dedicato al giornalismo. Il caso d’inchiesta affrontato riguarda la scomparsa nel 2009 di Francesco Mastrogiovanni, maestro di scuola elementare deceduto in condizioni disumane nel reparto psichiatrico dell'Ospedale "San Luca" di Vallo della Lucania, in seguito ad un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio).
Hanno partecipato al convegno anche l’avvocato difensore Michele Capano, la giornalista Grazia Serra, nipote della vittima, e l’autore del servizio de “Le Iene”, Nicola Barraco. La tragica morte del Signor Mastrogiovanni fu l’esito di una sconcertante sequenza di gravissimi abusi. Legato al letto per più di 3 giorni, fu sottoposto a contenzione meccanica e farmacologica molto invasiva, con uso di fascette ai polsi e alle caviglie, non per esigenze di cura ma per adempiere a un atto di indagine richiesto dalle forze dell’ordine.
Fu sedato e lasciato solo, senza cibo né acqua, una procedura terrificante che viola il diritto alla salute e alla libertà personale che ad ogni uomo dovrebbero essere garantiti. Una vicenda davvero complessa che ha avuto come particolarità la videogistrazione di tutto l’evento: il reparto, infatti, era dotato di un impianto di videosorveglianza e videoregistrazione che, in evidente contraddizione con la legge sulla privacy, ha mostrato un eccezionale documento che ha permesso di ricostruire tutti i fatti.
Mastrogiovanni resterà sempre legato fino alla morte. Addirittura la contenzione supera la vita e da morto resta legato per altre sei ore, prima che la mattina del 4 agosto 2009 i medici si accorgano che il suo cuore, nell’indifferenza, nella barbarie e nella disumanità, ha cessato di battere.
La visione della video inchiesta curata dal giornalista Barraco ha garantito il suo intervento da remoto alla serata del 28 settembre. Una testimonianza che servirà a sottolineare che nessuno dei medici ed infermieri coinvolti ha subito un solo giorno di carcere, né sono stati sospesi dal lavoro ed uno di loro è indagato per altre morti sospette sempre per TSO, avvenute recentemente nel reparto dell’ospedale dove lavora. Un’agghiacciante atrocità che mostra chiaramente la necessità di parlare della malasanità in Italia che ancora oggi continua a causare tante morti ingiuste.
Il percorso del Premio giornalistico del piccolo paese del napoletano continuerà con due serate conclusive: Venerdì 29 settembre con “Il delitto di Ponticelli, 40 anni dopo”, la storia di due bambine ritrovate semicarbonizzate il 3 luglio del 1983. La giornalista Giuliana Covella parlerà di questo caso nel suo libro Il Mostro ha gli occhi azzurri.
Infine, Sabato 30 settembre, appuntamento al Galà di Premiazione in cui interverranno anche Ottavio Lucarelli, presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, Luca Trapanese, assessore al welfare del comune di Napoli e autore del libro “Nata per te” che ha ispirato il nuovo film di Fabio Mollo, in uscita il 5 ottobre.