WEBINAR ADHD NELL’ETA' EVOLUTIVA: ADHD DALLA DIAGNOSI ALLA PRESA IN CARICO TERAPEUTICA

Diletta Iervolino 12 Dicembre 2022
WEBINAR ADHD NELL’ETA' EVOLUTIVA: ADHD DALLA DIAGNOSI ALLA PRESA IN CARICO TERAPEUTICA

La sindrome ADHD è un Disturbo da Deficit di Attenzione e Iperattività, che colpisce il 4% dei bambini ed è spesso accompagnato da ulteriori comorbilità, una serie di disturbi associati che vanno a complicare le diverse fasi della vita. 

A fine novembre si è svolta una serata informativa online a partecipazione gratuita, per parlare ai genitori della ADHD nell’età evolutiva: diagnosi, disturbi associati, assistenza e terapie sono state le tematiche prese in esame. Organizzato da AIFA APS, Associazione Italiana Famiglie ADHD, in collaborazione con l’Azienda Ospedaliera Universitaria Policlinico Federico II di Napoli – Reparto di Neuropsichiatria Infantile, il webinar è stato moderato dalla palmese Marcella Rastelli, in qualità di Referente AIFA per Napoli.  Più di duecento – anche da fuori regione - gli iscritti al convegno, al quale sono intervenuti la Neuropsichiatra Infantile Emilia Sarnataro (AOU Policlinico Federico II di Napoli), il Professore di Neuropsichiatria Infantile Simone Pisano (Associato dell’Università Federico II di Napoli), Patrizia Stacconi (presidente dell'AIFA aps) e Vincenzo Savarese (membro del Direttivo e referente regionale per la Campania).

Di recente la coordinatrice AIFA Napoli, Rastelli, è divenuta anche referente dei bambini diversamente abili presso l’Istituto Comprensivo Antonio De Curtis di Palma Campania, in rappresentanza e soprattutto a sostegno di quelle famiglie con figli che presentano disturbi del genere. “Capita spesso che i genitori siano in difficoltà nella gestione della ADHD – spiega Rastellisoprattutto nell’ambito scolastico, anche perché si è generalmente poco informati su questa sindrome neurobiologica, sulle terapie e sulla normativa che la regolamenta. Per questo – continua la referente – con AIFA insieme a molti medici e terapeuti siamo molto attivi sul territorio, sostenendo le famiglie a tutti i livelli, con dei corsi di formazione, assistendole in vista delle visite INPS, appoggiandole in tutte le fasi evolutive della patologia.


Una sindrome poco nota e spesso non riconosciuta, dunque. Ma, esattamente cosa comporta?

In generale i bambini ADHD sono disattenti ed estremamente iperattivi, fanno le cose con più lentezza e hanno problemi di memoria a breve termine. Sulla base di queste caratteristiche è evidente il primo problema, ovvero che un bambino ADHD non è facilmente riconoscibile, sembra come gli altri, invece è abilmente diverso. Alcuni mancano di motricità fine, per esempio non riescono a tenere la matita e disegnare dei tratti distinti o imparare ad allacciarsi le scarpe; altri mancano di capacità oculo-manuale, ovvero non saranno in grado di leggere uno spartito e eseguirlo; e poi ce ne sono alcuni che invece sono dei veri e propri geni. È difficile da diagnosticare e in Campania ci sono vari centri per la diagnosi ADHD, i più attivi sono quelli di Napoli e di Benevento, presso i quali i bambini vengono sottoposti a svariati test. Spesso c’è riluttanza da parte dei genitori verso farmaci e terapie, ma a risentirne è innanzitutto la didattica, oltre poi alla vita quotidiana: prima il comportamento dei bambini ADHD veniva confuso con mancanza di intelligenza, svogliatezza o maleducazione; oggi fortunatamente con la conoscenza scientifica e la maggiore informazione ci si approccia diversamente a questo deficit. Purtroppo però, se la sindrome ADHD non è accompagnata da comorbilità (come il DSA) non è possibile accedere alla 104, legge che prevede per esempio l’affiancamento di un insegnante di sostegno e la predisposizione di strumenti compensativi.

Qual è la causa della ADHD e come si evolve?

Non se ne conosce una causa certa, anche se spesso è legata a un fattore genetico. Di solito questa sindrome è associata ad altri disturbi, patologie molto serie come il DOP (disturbo oppositivo provocatorio): di frequente i bambini ADHD hanno istinti suicida, manie depressive ossessive, possono più facilmente cadere in una spirale di droga e alcolismo, alcuni sono estremamente violenti. Tutto ciò è molto difficile e stancante per i genitori. Per di più, dopo i 18 anni l’INPS non riconosce la ADHD se non prevede una disabilità elevata con conseguenti problemi per l’iscrizione ai centri di lavoro, di formazione o ai fini di una pensione di invalidità. Al webinar si è parlato proprio dell’aspetto evolutivo, perché con la crescita il bambino diventa maggiormente consapevole della propria patologia ed è difficile inserirli nella società, perché spesso hanno difficoltà a relazionarsi e sono discriminati proprio per il loro modo di fare.

A che età del bambino si può diagnosticare questo deficit così complicato?

Solitamente viene diagnosticato dai 7/8 anni in poi, è difficile avere una diagnosi prima di questa età perché potrebbe essere confusa con altre patologie, anche le leggi scolastiche prevedono che le diagnosi possano essere elaborate solo alla fine della seconda elementare.

Come approcciarsi a un bambino ADHD?

Si tratta di bambini più immaturi rispetto alla loro età, in generale bullizzati ed esclusi da qualsiasi attività; hanno una bassissima autostima, un senso della frustrazione enorme e in generale sono molto permalosi, per cui bisogna sempre incentivarli, lodarli, non sgridarli troppo; non hanno il senso del pericolo, quindi vanno seguiti molto: questo non significa farli sentire diversi, ma semplicemente applicare un tipo di tutela che riesca a portarli avanti senza conseguenze ulteriormente nefaste. Sono privi di qualsiasi furbizia ma dotati di intelligenza e quindi, se seguiti attentamente, possono ambire a qualsiasi tipo di istruzione professione e obiettivo che si pongono, solo che devono lavorare il triplo. Per questo c’è bisogno di riconoscergli un supporto didattico: per esempio, stiamo lavorando in tal senso con la Federico II, proprio per strutturare programmi similari e predisporre tutor che li seguano.

Come affrontare la diagnosi di ADHD?

È un problema che molti non conoscono, quindi informazione e comprensione sono necessarie per i distinti approcci da applicare in base anche alla gravità del disturbo, non esiste un unico modo per affrontarlo. Non è facile per i genitori, perché i bambini vanno seguiti assiduamente e soprattutto bisogna insegnargli a diventare autonomi. Purtroppo, per quanto si possano seguire le giuste terapie per anni, si riesce a lenire determinate caratteristiche del bambino ADHD, ma questa sindrome rimarrà per sempre.

Per ulteriori informazioni riguardanti la sindrome ADHD e l’Associazione delle Famiglie o per riguardare il webinar, è possibile consultare il sito www.associazioneaifa.it .

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